“La situazione è terrificante”: così all’Agenzia Fides Marcella Catozza, suora francescana, da anni impegnata in attività pastorali e caritative ad Haiti, descrive il clima di violenza nel Paese. “Le bande hanno preso d’assalto tutti gli aeroporti del Paese per arrestare il Premier Ariel Henry che stava tornando da Nairobi dove ha firmato l’accordo per il dispiegamento di una forza di polizia keniana ad Haiti. Le gang hanno assalito diversi edifici pubblici, comprese le prigioni, e privati compreso l’ospedale cattolico “San Francesco di Sales” di Port-au-Prince”. Ariel Henry non è ancora riuscito a rientrare nel Paese perché non vi sono le condizioni di sicurezza. “Il fatto che va sottolineato è che queste bande che fino a giovedì scorso si ammazzavano tra loro, venerdì si sono unite per assalire le istituzioni” afferma suor Marcella. È stato il capo del raggruppamento G9, Jimmy Chérizier, detto “Barbecue” a lanciare l’appello all’unità delle gang” ricorda la religiosa. “Ma non credo che sia “Barbecue” il cervello di tutto questo. C’è una mente politica, forse la stessa che ha appaltato l’omicidio del Presidente Jovenel Moïse nel 2021” dice suor Marcella. “Si tenga conto che le gang sono equipaggiate con armi e mezzi sofisticati, altroché machete; hanno persino dei droni per individuare i movimenti delle forze dell’ordine che appaiono incapaci di fermarle”. Chi può avere interesse a destabilizzare Haiti? “Si possono solo fare delle ipotesi al momento – dice la religiosa. “Da qualche tempo si è registrata nel Paese la presenza di almeno 5 cartelli della droga messicani. Questi potrebbe volere fare di Haiti una ‘terra di nessuno’ per potere gestire meglio i loro traffici di cocaina verso il Nord America e l’Europa. Essendo al centro dei Caraibi, Haiti è un luogo ideale come punto di transito della cocaina proveniente da Colombia e Messico e diretta verso i ricchi mercati d’occidente” afferma la francescana.