Il rapporto della Piattaforma del Consiglio d’Europa per rafforzare la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, diffuso oggi a Strasburgo, copre i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, come anche la Russia, a seguito della sua espulsione dal Consiglio d’Europa nel 2022, e la Bielorussia. La Piattaforma è stata istituita dal Consiglio d’Europa nel 2015, in cooperazione con Ong internazionali di spicco attive nel campo della libertà di espressione e associazioni di giornalisti, con l’obiettivo di “fornire informazioni che potrebbero servire come base per il dialogo con gli Stati membri su possibili misure protettive e correttive”.
Sempre oggi a Strasburgo è intervenuta la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, pubblicando un memorandum sulla libertà di espressione e dei media e sulla situazione dei difensori dei diritti umani e della società civile in Turchia. “La libertà di espressione è in pericolo in Turchia, con giornalisti, difensori dei diritti umani e società civile che operano in un ambiente criticamente ostile, caratterizzato da pressioni sistematiche e azioni legali contro di loro”. “Il deterioramento della libertà di espressione in Turchia – ha proseguito la Commissaria – ha raggiunto livelli nuovi e profondamente preoccupanti, caratterizzati da numerose palesi violazioni degli standard sui diritti umani. Con il passare del tempo e l’incapacità delle autorità di affrontare queste violazioni, il danno causato alla libertà dei media e alla libertà di espressione in Turchia lascia un segno sempre più profondo, portando all’autocensura da parte di giornalisti e media indipendenti. Lo stesso si può dire per il pubblico in generale, comprese le generazioni più giovani. Tutto sommato, la situazione ha generato un dibattito pubblico impoverito e unilaterale”.