Padre Alexandre Toè: prima causa di beatificazione per il Burkina Faso. P. Vinci (postulatore), “dono nella risposta generosa alla chiamata del Signore”

Il prossimo 15 marzo si celebrerà l’apertura ufficiale del “processo sulla vita, virtù, fama di santità e segni” del servo di Dio Alexandre Toé, presso la Sala del Tribunale del Vicariato di Roma, territorio dove ha vissuto soprattutto gli ultimi mesi della sua vita e dove è morto il 9 dicembre 1996.
La cerimonia di apertura della “causa di beatificazione e canonizzazione”, detta Prima Sessio, inizierà alle 12, con la lettura del decreto di introduzione e del nulla osta della Santa Sede, l’insediamento del tribunale nominato dal cardinal vicario, i giuramenti dei membri del tribunale e di quelli della postulazione generale dell’Ordine camilliano. “È una gioia grande per la tutta la famiglia camilliana carismatica, per la diocesi di Roma e per il Burkina Faso, prima causa di beatificazione per il popolo burkinabè – ricorda al Sir il postulatore generale, p. Walter Vinci  -. Un tratto bello di padre Alexandre Toè lo possiamo rintracciare in una espressione che annota sempre nel suo diario spirituale: ‘Il povero burkinabè nella ricca Roma’, che dice l’appartenenza al suo popolo, la spiritualità camilliana e lo stile della sua vita umana e spirituale. Povero, cioè mendicante di amore per Dio e per il fratello ammalato”.
Padre Alexandre il 5 ottobre 1991 viene inviato a Roma per le cure mediche a causa di una manifestazione di epatite e, nello stesso tempo, inizia lo studio della Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. Al termine degli studi, il 18 ottobre 1994 emette la professione solenne presso la chiesa della Maddalena, sede della Curia generale dell’Ordine dei Camilliani; il 15 gennaio del 1995 viene ordinato diacono, da mons. Armando Brambilla, allora vescovo ausiliare della diocesi di Roma e delegato per la Pastorale della Salute, nella chiesa della Casa di cura “Villa Sacra Famiglia” a Monte Mario a Roma; tornato in Burkina Faso, il 1° luglio dello stesso anno viene ordinato presbitero da mons. Jean Marie Somé, allora arcivescovo metropolita di Ouagadogou.
Tornato in Italia, nel 1996, i suoi superiori maggiori gli affidarono l’incarico dell’animazione vocazionale della Provincia e lo nominarono vice maestro e maestro dei postulanti dello Studentato romano. Svolge il suo ministero con fervore e competenza trasmettendo attraverso il suo sorriso e la sua spiritualità, varie testimonianze lo attestano, l’amore per i piccoli del Vangelo: i poveri e gli infermi, i quali sono stati la via privilegiata di padre Alexandre per giungere alla santità. “Padre Alexandre Toé, abitato dalla gioia del Risorto, ha fatto della sua vita un dono sia nella risposta generosa alla chiamata del Signore che nell’esercizio del ministero all’interno della città di Roma, seppur per soli 17 mesi – aggiunge p. Vinci -. Padre Alexandre all’interno della nostra Chiesa, dell’Ordine Camilliano e nel mondo contemporaneo è stato un religioso che, come insegna il Concilio Vaticano II nel decreto Perfectæ Caritatis è stato ‘animato da fede integra, carità verso Dio e il prossimo, dall’amore alla Croce e dalla speranza nella futura gloria’ e pertanto può rappresentare un valido modello per quanti scelgono di aderire alla chiamata del Signore nella professione dei consigli evangelici”.

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