“Chi vive da risorto sperimenta che ‘nonostante’ i limiti e i peccati da cui nessuno è esente, è possibile accogliere la forza del perdono e dell’amicizia di Dio, che donano energia e vita sorprendenti”. Così l’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, nel suo messaggio di Pasqua alla diocesi. “Al di là dei ‘santi segni’, cosa significa tutto questo nella vita di ogni giorno, messa sempre più in crisi da timori e incertezze, per il dilagare della guerra, della violenza familiare e sociale, dell’imbarbarimento delle relazioni, del diffondersi di indifferenza e cinismo? Che differenza può fare, in concreto? – si chiede il presule -. La questione non è irrilevante: se infatti la fede non cambia nulla, allora ‘non serve’, se non come risorsa consolatoria, alienante rispetto al percorso dell’esistenza, o come richiamo a valori morali certamente validi, ma appannaggio non esclusivo – per fortuna! – dei discepoli di Gesù”.
Soffermandosi sulle espressioni “oltre” e “nonostante”, il presule evidenzia che “aiutano a comprendere la portata della novità pasquale”. “Chi vive da risorto sa che ‘oltre’ ogni prova, ogni male, ogni passaggio difficile della vita personale e sociale, c’è sempre qualcosa di nuovo e di positivo all’orizzonte. È la dinamica pasquale, in forza della quale il popolo schiavo ha attraversato il mare e il deserto, per raggiungere la libertà e la terra promessa; Gesù ha affrontato la passione e la croce per entrare nella pienezza della vita; gli apostoli hanno percorso un mondo ostile per annunciare il Vangelo; i discepoli di Gesù hanno fronteggiato con coraggio e speranza ogni sorta di avversità per edificare qua e là un frammento di Regno di Dio. Andare oltre, guardare oltre… immunizzano l’esistenza dallo scoramento e dal cinismo, perché vale sempre e comunque la pena spendersi per il bene, costi quel che costi”.