“Giuseppe, ricordaci che la preghiera insistente porta frutto e attraversa persino il buio della morte; che l’amore non rimane senza risposta, ma regala nuovi inizi. Il tuo sepolcro che – unico nella storia – sarà fonte di vita, era nuovo, appena scavato nella roccia”. E’ l’invocazione con cui Dio commenta la quattordicesima e utima stazione della Via Crucis che presiederà stasera al Colosseo. “E io, che cosa do di nuovo a Gesù in questa Pasqua? Un po’ di tempo per stare con lui?”, la domanda nella meditazione che ha per oggetto il gesto di Giuseppe di Arimatea: “Un po’ di amore per gli altri? I miei timori e le mie miserie sepolte, che Cristo attende gli offra come hai fatto tu col sepolcro?”. “Sarà davvero Pasqua se donerò qualcosa di mio a colui che per me ha dato la vita”, il monito del Papa: “perché è dando che si riceve; perché la vita si trova quando si perde e si possiede quando si dona”. Poi la preghiera: “Abbi pietà, Signore Di me, pigro a convertirmi. Abbi pietà, Signore Di me, che molto amo ricevere e poco donare. Abbi pietà, Signore Di me, incapace di arrendermi al tuo amore. Abbi pietà, Signore Di noi, pronti a servirci delle cose ma lenti nel servire gli altri. Abbi pietà, Signore Del nostro mondo, infestato dai sepolcri dell’egoismo”.