“Nell’Anno della preghiera ci uniamo al tuo cammino di preghiera”. Cominciano così le meditazioni scritte dal Papa per la Via Crucis di stasera al Colosseo, dal titolo: “In preghiera con Gesù verso la Croce”. “Signore Gesù, guardiamo la tua croce e capiamo che hai dato tutto per noi”, scrive Francesco: “Noi ti dedichiamo questo tempo. Vogliamo trascorrerlo vicini a te, che dal Getsemani al Calvario hai pregato”. “Signore, hai preparato con la preghiera ogni tua giornata e ora nel Getsemani prepari la Pasqua”, osserva il Papa: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te – dici – perché la preghiera è anzitutto dialogo e intimità; ma è anche lotta e richiesta: allontana da me questo calice! Ed è affidamento e dono: Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu. Così, in preghiera, sei entrato nella porta stretta del nostro dolore e l’hai attraversata fino in fondo. Hai sentito paura e angoscia: paura di fronte alla morte, angoscia sotto il peso del nostro peccato che hai provato su di te, mentre un’amarezza infinita ti invadeva. Ma nel pieno della lotta hai pregato più intensamente: così hai trasformato la veemenza del dolore in offerta d’amore. Una cosa sola ci hai domandato: restare con te, vegliare”. “Non ci chiedi l’impossibile, ma la vicinanza”, dice Francesco dando del “tu” al Signore e rispondendo in prima persona: “Eppure, quante volte ho preso le distanze da te! Quante volte, come i discepoli, anziché vegliare ho dormito, quante volte non ho avuto tempo o voglia di pregare, perché stanco, anestetizzato dalle comodità, assonnato nell’anima. Gesù, ripeti ancora a me, a noi tua Chiesa: ‘Alzatevi e pregate’. Svegliaci, Signore, destaci dal torpore del cuore, perché anche oggi, soprattutto oggi, hai bisogno della nostra preghiera”.