Con un’immagine cara alla tradizione orientale, che “raffigura bene il significato della Pasqua”, ossia “l’icona dell’Anastasis con Cristo che discende agli inferi e libera Adamo, Eva, gli antichi patriarchi, i profeti e tutti coloro che attendevano la salvezza”, si apre il messaggio del patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, alla diocesi e alla città per le celebrazioni pasquali. Per il patriarca, “colpisce il gesto, forte e tenero, di Gesù che ridesta e rialza l’umanità ferita, assopita e in attesa di nuova vita”.
“La festa annuale della Pasqua – l’augurio di Moraglia – ridoni a tutti, e in particolare a chi avverte fragilità, debolezza e difficoltà, la possibilità di rialzarsi ed essere chiamati a nuova vita in Gesù risorto. Lui è l’immagine autentica di Dio che è amore e verità, giustizia e misericordia. La Pasqua ci renda comunità ecclesiali fedeli al Battesimo e in grado d’offrire una testimonianza anche pubblica della fede”. “Per i popoli che vivono situazioni di guerra, violenza, odio, ingiustizie, mancanza di libertà e di sicurezza – prosegue il patriarca – vi sia una Pasqua di pace e speranza in cui ‘tutto il mondo riconosca e veda che quanto è distrutto si ricostruisce, quanto è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo di Cristo, che è principio di ogni cosa’ (dalla liturgia della Veglia pasquale)”.
Infine “un augurio affettuoso al Santo Padre Francesco” e un ricordo “nella nostra preghiera; tra poco meno di un mese avremo la gioia di averlo con noi a Venezia. L’imminente incontro col successore di Pietro sia occasione per confermare la nostra fede”.