“Non guardare la vita e la chiamata in una prospettiva di efficienza e di immediatezza, legata solo all’oggi e alle sue urgenze e aspettative, ma nell’insieme del passato e del futuro”. E’ il consiglio del Papa, nella parte finale dell’omelia della Messa crismale del Giovedì Santo, presieduta nella basilica di San Pietro. “Del passato, ricordando la fedeltà di Dio, facendo memoria del suo perdono, ancorandoci al suo amore; e del futuro, pensando alla meta eterna a cui siamo chiamati, al fine ultimo della nostra esistenza”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “allargare gli orizzonti aiuta a dilatare il cuore, stimola a rientrare in sé stessi con il Signore e a vivere la compunzione”. “Riscopriamo la necessità di dedicarci a una preghiera che non sia dovuta e funzionale, ma gratuita, calma e prolungata”, l’altro consiglio del Papa: “Torniamo all’adorazione e alla preghiera del cuore. Ripetiamo: Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore. Sentiamo la grandezza di Dio nella nostra bassezza di peccatori, per guardarci dentro e lasciarci attraversare dal suo sguardo. Riscopriremo la sapienza della Santa Madre Chiesa, che ci introduce alla preghiera sempre con l’invocazione del povero che grida: ‘O Dio, vieni a salvarmi’”. “Grazie, cari sacerdoti, per il vostro cuore aperto e docile; grazie per le vostre fatiche e i vostri pianti; grazie perché portate la meraviglia della misericordia Dio ai fratelli e alle sorelle del nostro tempo”, l’omaggio finale: “perdonate sempre, siate misericordiosi”.