Messa in Coena Domini: card. Cantoni (Como), “lavare i piedi equivale a donarsi accettando i compiti che ci vengono affidati”

“Gesù anticipa il segno del dono totale di sé sulla croce nonostante Egli sa bene che un suo discepolo, Giuda, di lì a poco lo avrebbe tradito. Chi di noi compirebbe un gesto simile conoscendo il prossimo tradimento di un nostro amico nei nostri confronti? Così Gesù, umile di cuore, pur sentendosi incompreso e sperimentando la ingratitudine degli amici, ci insegna a non rispondere al male col male, ma a perseverare nell’amore, a servire perfino il nemico, benedicendolo. Gesù lava i piedi a Giuda, e anche a Pietro, sempre molto sicuro di sé”. Queste le parole del cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como, durante l’omelia della messa in Coena Domini di questo pomeriggio in cattedrale. “La misura della profondità dell’amore – ha detto più avanti – viene poi vissuta e quindi insegnata da Gesù quando Egli lava i piedi ai suoi discepoli, sottolineando così il primato del servizio. La grandezza di un uomo dipende dalla misura del suo dono”. “Lavare i piedi – ha spiegato – era un compito riservato esclusivamente allo schiavo che nella casa preparava gli ospiti al banchetto. Abbassarsi fino a lavare i piedi equivale a donarsi accettando i compiti che ci vengono affidati, anche i più umili, per amore e solo per amore.
Se uno ama come Gesù, allora tutto diventa desiderabile e ogni servizio, compiuto non per forza, ma per amore, non può essere interpretato per nulla come una umiliazione o una retrocessione nella propria dignità”. “Le esigenze dell’amore – ha concluso – si estendono al di là dei servizi che svolgiamo nel nostro ambiente di vita. Se amiamo come Gesù allora siamo disposti a tutto, contenti come siamo di poter imitare il nostro Maestro, amando come Lui”.

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