Autismo: Fazzi (Sinpia), “strategici diagnosi precoce e interventi tempestivi” ma “servizi dedicati diventino realtà consolidata su tutto il territorio”

Ancora oggi i disturbi dello spettro autistico (dall’inglese Autism Spectrum Disorders, Asd) presentano una complessità di cause tutte da chiarire, sebbene la letteratura recente sia concorde nell’indicare una base genetica e/o l’associazione di fattori ambientali come infezioni contratte dalla madre in gravidanza, status immunologico materno-fetale, esposizione a farmaci o agenti tossici in gravidanza ed età avanzata dei genitori al momento del concepimento. In occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo che ricorre il prossimo 2 aprile, la Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) ribadisce l’importanza della diagnosi e del trattamento precoce, così come la necessità di costruire interventi abilitativi personalizzati per ogni bambino e ogni famiglia che se ne prende cura.
Secondo le più recenti Linee guida dell’Istituto superiore di sanità sulla diagnosi e sul trattamento del disturbo dello spettro autistico in bambini e adolescenti, in Italia il disturbo dello spettro autistico è più frequente nei maschi rispetto alle femmine con un rapporto che varia tra 4:1 e 5:1: attualmente si stima che 1 bambino su 77 presenti un disturbo dello spettro autistico e che i maschi siano colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine (dati Osservatorio nazionale autismo – Istituto superiore di sanità). Nel resto dell’Europa, la prevalenza del disturbo varia da 0,63% in Danimarca e Svezia, a 1,16% nel Regno unito. Negli Usa la prevalenza è cresciuta significativamente negli ultimi 20 anni, passando da 0,67% nel 2000 (1 su 150), a 2,3% nel 2018 (1 su 44) a 2,8% bambini di 8 anni (1 su 36) nel 2020.
“L’individuazione dei segni di rischio, la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo – spiega Elisa Fazzi, presidente Sinpia e direttore Uo Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia – sono azioni strategiche per il miglioramento della prognosi e della qualità della vita dei bambini con Asd e dei loro caregiver”. Oggi “siamo migliorati in termini di diagnosi precoce e soprattutto nell’individuazione dei soggetti a rischio anche prima dei 2 anni grazie ad una maggiore conoscenza del disturbo e alla presenza di una rete diffusa di collaborazione tra i pediatri di libera scelta e i servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”. Importante, avverte, “che i servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza su tutto il territorio nazionale abbiano a disposizione tutte le risorse necessarie per realizzare l’intervento precoce, richiesta che formuliamo insistentemente da anni e che a tutt’oggi non è ancora una realtà consolidata”.

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