“Reimpariamo il senso della responsabilità, entrando nel cenacolo. La grande lezione del Cristo che si china sui piedi degli apostoli, li lava e li asciuga, è il suo testamento di amore che annuncia che sarà Pasqua per tutti, quando ciascuno vivrà la sua esistenza come un dono e un servizio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, nel suo messaggio per la Pasqua. “Reimpariamo la pace, entrando nel Getsemani, per riascoltare quelle parole di Cristo nell’orto degli Ulivi: ‘Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada’ (Mt 26,52); per guardare al suo andare disarmato incontro alla morte; per riascoltare poi anche nel cenacolo quel suo primo saluto ai discepoli, il giorno della risurrezione: ‘Pace a voi'”, prosegue Renna. “La Pasqua – sottolinea – continua a farci sperare che la pace sia possibile se i mezzi del dialogo paziente e della condivisione apriranno un varco di luce. Vogliamo debellare la fiducia nelle armi che troppo facilmente stanno tornando in mano a civili, a persone che ne fanno un mito e un gioco pericoloso?”. “Reimpariamo la solidarietà, sulla via della croce, con i volontari, che ci dicono che la Pasqua la si costruisce ogni giorno portando la croce dei fratelli – l’ulteriore esortazione del presule – . Reimpariamo, come dicevano gli alunni della scuola di don Milani che ‘il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è avarizia’”. “Mentre ci prepariamo alle elezioni europee; mentre siamo chiamati a valutare se la legge sull’autonomia differenziata (sulla quale i vescovi di Sicilia ci hanno invitato a ‘prendere la parola’) è un ‘sortirne da fratelli’ o da avari che pensano solo a sé, ogni cittadino, dalla croce e dal cireneo, può imparare che ogni uomo è un politico, quando pensa agli altri; e ogni politico è veramente tale se sa pensare la sua città in grande, in Italia, nell’Europa, nel mondo. Perché dalla croce scaturisce non una fraternità di soci, ma quella famiglia che abbraccia tutti”.