La Colletta del Venerdì Santo è “un modo di partecipare alle sofferenze della comunità cristiana della Terra Santa e di venire incontro ai bisogni della Chiesa di Gerusalemme in questo momento di grande difficoltà”. A ricordarlo è padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che rilancia il suo appello alla generosità all’inizio di questa Settimana Santa.
“La Colletta che celebreremo il prossimo Venerdì Santo, 29 marzo, – dichiara al Sir – non è uno spreco di denaro o una perdita di tempo. Essa sostiene e mantiene i luoghi narrati nei Vangeli e che videro Cristo operare e predicare. Luoghi che danno anche una identità ai cristiani di Terra Santa”. I proventi della Colletta, aggiunge Patton ribadendo quanto già espresso nel suo Messaggio per la Colletta del febbraio scorso, secondo il mandato della Santa Sede, servono, quindi, a “prenderci cura dei luoghi santi, dimorarvi e farne luoghi di preghiera, essere accoglienti verso i fedeli locali e verso i pellegrini, e anche mettere in campo opere educative come le scuole, opere sociali come case per anziani e per le giovani famiglie, ambulatori e dispensari, opere di promozione umana attraverso la creazione di posti di lavoro”. Il pensiero del Custode va all’apostolo Paolo che, nella Lettera ai primi cristiani di Corinto, li esortava a una colletta per Gerusalemme ricordando loro che ‘Il Signore ama chi dona con gioia’: “La colletta non è un’estorsione ma un atto di generosità e quando uno scopre la bellezza di poter donare secondo le sue possibilità è contento di farlo”. A riguardo padre Patton esprime soddisfazione per “la generosità profusa da tanti verso i cristiani di Gerusalemme, Betlemme e Gaza in grande difficoltà per la guerra in corso”. Ma ricorda padre Patton: al di là delle emergenze “la colletta di Terra Santa è una forma di condivisione stabile per permettere alla Custodia di Terra Santa di portare avanti quella missione che la chiesa ci ha affidato per i cristiani di Terra Santa, una forma di carità e di comunione ordinata, strutturata e trasparente”. “Sentiamo il bisogno della vicinanza e della solidarietà dei cristiani di tutto il mondo – conclude il Custode – attraverso la preghiera, perché siamo convinti che solo l’azione della grazia di Dio può cambiare i cuori e volgerli al dialogo, alla riconciliazione e alla pace. Poi una solidarietà e vicinanza attraverso il pellegrinaggio e infine, una vicinanza e una solidarietà anche attraverso la condivisione di risorse economiche”.