“State attenti al pericolo della chiusura”, che porta a “non essere universali ma a chiudersi in un isolamento tribale”. È l’invito rivolto dal Papa, che oggi, ricevendo in udienza la comunità dei nigeriani a Roma, ha ripreso a leggere i discorsi. “Comunità sì, tribù no”, ha detto Francesco: ”Questo vale per tutti, ognuno secondo la propria posizione. Universalità non è chiudersi nella propria cultura: è un dono, ma per darlo, per offrirlo, non per chiudersi”. “La diversità di etnie, tradizioni, culture e lingue nella vostra nazione non costituisce un problema, ma è un dono che arricchisce il tessuto della Chiesa come quello dell’intera società, per conservargli i valori della comprensione reciproca e della convivenza”, l’omaggio di Francesco: “La vostra comunità qui a Roma sa accogliere e accompagnare i giovani nigeriani e gli altri credenti: che assomigli sempre più a una grande famiglia inclusiva, dove tutti possono mettere a frutto i propri talenti diversi che sono frutti dello Spirito Santo, per sostenervi e rafforzarvi a vicenda nei momenti di gioia e dolore, di successo e di difficoltà. In questo modo sarete in grado di seminare amicizia sociale e concordia per le generazioni presenti e future”.