“Il vostro servizio pubblico però non riguarda solo l’informazione. Il pluralismo riguarda anche i linguaggi della comunicazione. Penso al cinema, alla fiction, alle serie tv, ai programmi culturali e di intrattenimento, al racconto dello sport, ai programmi per bambini”. Lo ha detto, stamattina, Papa Francesco, ricevendo in udienza, nell’Aula Paolo VI, i dirigenti e il personale della Rai-Radiotelevisione italiana. “In proposito, nella nostra epoca ricca di tecnica ma a volte povera di umanità, è importante promuovere la ricerca della bellezza, avviare dinamiche di solidarietà, custodire la libertà, lavorare perché ogni espressione artistica aiuti tutti e ciascuno ad elevarsi, a riflettere, a emozionarsi, a sorridere e anche a piangere di commozione, per trovare nella vita un senso, una prospettiva di bene, un significato che non sia quello di arrendersi al peggio”, l’invito del Pontefice.
Quanto alla tecnica e alla tecnologia, poi, ha osservato il Santo Padre, “sono tante le domande che ci interpellano”. In particolare oggi, ha affermato Francesco, richiamando il suo Messaggio per la LVIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”.