Di fronte alla situazione di migliaia di fratelli e sorelle che soffrono a causa di migrazioni forzate e non protette, noi, Vescovi delle diocesi di frontiera di Colombia, Costa Rica e Panama, abbiamo visitato il vicariato apostolico di Darién e ci siamo riuniti a Panama per ascoltare, discernere e agire a partire dalle nostre responsabilità pastorali in queste difficili circostanze, come ci esorta Papa Francesco”. Lo si legge nel documento, presentato ieri a Panama dai vescovi che questa settimana si sono incontrati, insieme ai rappresentanti del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e di altri organismi. Anche il Papa ha fatto sentire la sua vicinanza, con un suo messaggio, diffuso proprio nel giorno in cui i vescovi, in pullman, si sono recati nel Darién, per incontrare un gruppo di migranti e per celebrare una messa, che è stata presieduta dal card. Luis José Rueda Aparicio, presidente della Conferenza episcopale colombiana e arcivescovo di Bogotá.
“Vogliamo alzare la voce per riconoscere una crescente crisi umanitaria nella regione che ha nella giungla del Darién (al confine tra Colombia e Panama, ndr) un ‘tappo’ di disumanità per le condizioni di vulnerabilità e di morte in cui versano uomini, donne, giovani, ragazze e ragazzi. Il numero di persone che muoiono è incalcolabile, poiché molti dei corpi dei morti non vengono salvati”, scrivono i vescovi, secondo i quali, “in una società come la nostra, l’esclusione, la xenofobia, la discriminazione e l’indifferenza possono essere contrastate ricostruendo una cultura dell’incontro attraverso l’ospitalità e l’accoglienza”.
Prosegue la nota: “Chiediamo con rispetto, ma con forza, alle autorità competenti di rispettare i diritti fondamentali dei migranti e dei rifugiati, sia in transito che quando decidono di stabilirsi nei loro Paesi”, nella prospettiva di “costruire un continente latinoamericano e caraibico sempre più umano, più equo, più cordiale e più ospitale. In questo senso, riteniamo che l’aiuto umanitario fornito dalla Chiesa in tutta la regione non elimini la nostra richiesta profetica di raggiungere insieme, Chiesa, società, organizzazioni e autorità, la giustizia sociale, che garantisce il diritto di decidere se rimanere o migrare”.