Consiglio europeo: Medio Oriente, i Ventisette invocano il cessate il fuoco e una conferenza di pace. Aiuti umanitari a Gaza, liberare gli ostaggi

Non poteva mancare al summit dei leader Ue uno sguardo alla situazione mediorientale. Il Consiglio europeo di fatto rimarca le posizioni (non sempre a una sola voce) degli ultimi giorni. “Il Consiglio europeo ha discusso degli ultimi sviluppi in Medio Oriente. È costernato per la perdita senza precedenti di vite umane tra la popolazione civile e per la situazione umanitaria critica. Il Consiglio europeo chiede una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile, alla liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi e alla fornitura di assistenza umanitaria”, si legge nel documento conclusivo della prima giornata del vertice. Il Consiglio europeo torna a condannare “con la massima fermezza Hamas per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati perpetrati in tutta Israele il 7 ottobre 2023”, riconoscendo “il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario”. Chiede l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione. “Hamas e gli altri gruppi armati devono concedere immediatamente l’accesso umanitario a tutti gli ostaggi rimanenti”.
I leader Ue nutrono “profonda preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e il suo effetto sproporzionato sulla popolazione civile, in particolare i bambini, nonché per il rischio imminente di carestia causato dall’ingresso insufficiente di aiuti a Gaza”. Un “accesso umanitario pieno, rapido, sicuro e senza restrizioni a tutta la Striscia di Gaza attraverso tutte le rotte è essenziale per fornire alla popolazione civile assistenza di primo soccorso e servizi di base su larga scala”. Il Consiglio europeo “si compiace dell’iniziativa Amalthea che apre una rotta marittima per l’assistenza emergenziale da Cipro a Gaza, a integrazione delle rotte terrestri che rimangono il modo principale per fornire i volumi necessari. Sono necessari ulteriori rotte e valichi terrestri”.
D’altro canto “occorre adottare misure immediate per prevenire qualsiasi ulteriore sfollamento della popolazione” della Striscia di Gaza e “fornire a quest’ultima un riparo al fine di assicurare la protezione della popolazione civile in ogni momento”. Il Consiglio europeo esorta il governo israeliano a non intraprendere un’operazione di terra a Rafah, “che peggiorerebbe la situazione umanitaria già catastrofica e impedirebbe la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria di cui vi è urgente necessità. A Rafah oltre un milione di palestinesi cercano attualmente di mettersi al sicuro dai combattimenti e di ottenere accesso all’assistenza umanitaria”.
Segue un richiamo a rispettare il diritto internazionale, si paventa il rischio – da evitare – di una escalation regionale; quindi la sottolineatura che afferma: “i servizi forniti dall’Unrwa a Gaza e in tutta la regione sono essenziali”. Il Consiglio europeo chiede poi la “cessazione immediata delle violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme Est e la garanzia di un accesso sicuro ai luoghi santi”.
Infine l’Unione europea “mantiene il suo fermo impegno a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati. I palestinesi e gli israeliani hanno pari diritto di vivere in condizioni di sicurezza, dignità e pace”. Si invoca quindi una conferenza di pace “da convocare quanto prima”.

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