Giovani: Caneva, “l’adulto ha rinunciato al suo ruolo educativo” 

“Dobbiamo conoscere il modo in cui si rappresenta la sessualità nelle serie televisive. Si deve avere la capacità critica di vedere e di capire che le serie tv sono prodotto dell’industria culturale, e hanno quindi un modo e codici simbolici che in qualche modo vogliono essere trasmessi. Non c’è mai una neutralità in questo senso. È importante essere consapevoli di quella che è la modalità attraverso la quale si vuole far passare la sessualità nei giovani”. Claudia Caneva, preside dell’Istituto superiore di scienze religiose presso la Pontificia Università Lateranense, nel pomeriggio terrà il laboratorio “Giovani e sessualità nelle serie tv” nell’ambito del convegno organizzato dall’Università Pontificia Salesiana (Ups) di Roma dal tema “Giovani e sessualità. Sfide, criteri e percorsi educativi”. Nel corso del laboratorio fornirà le chiavi di lettura e lancerà “delle provocazioni perché questa idea stereotipata del giovane che in qualche modo non ha regole ed è sempre privo di valori, è qualcosa che mi fa molto male – ha speigato -. È la proiezione dell’adulto che ha rinunciato al suo ruolo educativo. È più facile presentare il giovane con queste modalità piuttosto che assumersi le responsabilità. Le serie tv le producono e le propongono gli adulti. Io ho molta fiducia nei giovani che hanno potenzialità che noi a volte spegniamo proiettando su di loro immagini negative”. Per la preside oggi i ragazzi sono sovraesposti, sottoposti a quello che la sociologia definisce il processo di vetrizzazione. “L’esposizione del corpo nel lato più seducente crea ansia di prestazione – ha concluso -. Questo è il problema dei ragazzi di oggi che temono di non essere mai all’altezza”.

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