Un percorso di formazione spirituale e sui temi del sociale e dell’attualità, che ogni anno coinvolge tutta la comunità tarantina nel periodo di Quaresima. Si è conclusa ieri sera, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo della diocesi di Taranto mons. Ciro Miniero, la 52esima edizione della Settimana della Fede. Una storia che parte da lontano, da un’idea di mons. Guglielmo Motolese. Primo incontro, lunedì 26, sul tema della Speranza, con don Eugenio Nembrini, accompagnatore spirituale di “Quadratini & Carità”, che ha raccontato del sostegno dell’associazione di Bergamo ai malati gravi e alle loro famiglie anche attraverso l’idea della partecipazione alla Messa in videocall. Martedì, sempre nella Cattedrale Gran Madre di Dio, ospite don Giuseppe Bonfrate, uno degli esperti teologi ad aver preso parte al Sinodo dei vescovi sulla famiglia nel 2015, unico italiano, che ha incentrato il suo intervento sul tema della Partecipazione, mentre mercoledì ha preso la parola Ignazio Punzi, psicologo di comunità, raccontando l’esperienza dell’associazione “L’aratro della Stella” e invitando a fondare luoghi nuovi in cui mettere al centro l’esperienza della fraternità e dell’accoglienza. Giovedì sera invece, la testimonianza di padre Gianni Zampini, missionario saveriano. “La missione è di Gesù e della Chiesa, non nostra, è di un gruppo di amici che si riconoscono, perché ispirano la loro vita al Risorto e cercano di portare questo annuncio in ogni parte del mondo. Io non sono una persona finita nel mondo a caso ma amata e cercata da Dio e questa vita è una parte di quello che ci attende, il paradiso: questo non dobbiamo stancarci di dire”. Ieri sera le conclusioni di mons. Ciro Miniero. “La Settimana della Fede – ci ha raccontato a margine – è ormai un evento della diocesi di Taranto che ha superato il mezzo secolo e che vede tutta la comunità ecclesiale impegnata in un percorso di riflessione. È stata anche quest’anno molto partecipata, nonostante un giorno contrassegnato da tanta pioggia e si è concentrata sul cammino sinodale che noi tutti stiamo facendo, cercando di dare voce alle varie dimensioni ecclesiali. Attraverso questi convegni abbiamo ancora una volta sperimentato come l’ascolto dell’altro aiuti ciascuno a camminare per il bene di tutti”.