Medicina narrativa: Cenci (antropologa), “favorisce relazione medico-paziente e personalizzazione cure”. “Lavorare su formazione e modelli organizzativi”

“L’indagine ci aiuta ad andare oltre le polarizzazioni: medici e pazienti hanno una visione condivisa di quanto siano importanti nella cura la qualità della relazione e della comunicazione”. Lo afferma  Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di Dmn (Digital Narrative Medicine), intervenendo al convegno “Prevenzione, salute e medicina narrativa in Italia: quali scenari” in corso a Roma, all’Ara Pacis,, durante il quale è stata presentata un’indagine condotta da Dnm nella community della  sanità digitale, MioDottore,  su 224 medici e 2.281 pazienti. “La Legge sul consenso informato e sulle Dat (disposizioni anticipate di trattamento) – sottolinea Cenci – stabilisce che il tempo della comunicazione è tempo di cura e su questo i risultati della ricerca ci dicono che c’è totale convergenza tra medici e pazienti. Occorre quindi lavorare meglio sui modelli organizzativi e favorire la formazione”. Un altro dato su cui riflettere riguarda le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Secondo l’indagine, prosegue Cenci, il 60% dei medici e il 58% dei pazienti ritiene la telemedicina e in generale le tecnologie digitali “strumenti in grado di facilitare la diffusione della medicina narrativa in Italia” per favorire “la relazione medico-paziente e la personalizzazione delle cure”.

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