Striscia di Gaza: Azione contro la fame, “popolazione disperata mangia foraggio per animali, mai visto nulla del genere”

Anche Azione contro la fame lancia l’allarme sull’imminente carestia nel nord di Gaza, come risulta dall’ultimo rapporto Ipc diffuso oggi: il 50% delle famiglie a Gaza sta vivendo in una situazione di catastrofe alimentare (Fase 5 dell’Ipc). Si tratta del grado più alto della scala Ipc. “La condizione di carestia si verifica quando i relativi parametri in termini di sicurezza alimentare, nutrizione e mortalità colpiscono almeno il 20% della popolazione, con circa 1 bambino su 3 gravemente malnutrito e 2 persone su 10.000 che muoiono a causa della fame”, ricorda Azione contro la fame, presente a Gaza dal 2005. “L’accesso umanitario al nord di Gaza è quasi impossibile, una situazione che ha portato più di 160.000 persone sull’orlo della morte a causa della fame – denuncia -. Ma l’estrema insicurezza alimentare colpisce anche Rafah, attualmente l’area più popolata della Striscia a causa degli sfollamenti interni. Nonostante le minori restrizioni di accesso, gli aiuti umanitari restano del tutto insufficienti per sostenere le oltre 2 milioni di persone bloccate a Rafah: 3 persone su 10 nel sud di Gaza rischiano di morire di fame e si prevede che metà della popolazione debba affrontare condizioni di catastrofe di fase 5 tra marzo e luglio. La popolazione civile, disperata, è costretta a ricorrere anche al cibo per animali”. Azione contro la fame racconta di “persone che hanno mangiato foraggio animale, tra cui fieno, paglia e altri mangimi adatti a bovini, capre e pecore”.  Il direttore delle operazioni di Azione contro la fame, Vincent Stehli, di ritorno da una recente visita a Rafah dice di “non aver mai visto nulla di simile. L’80% dei bambini ha malattie infettive; il 70% ha la diarrea. Non hanno cibo a sufficienza e i servizi sanitari non funzionano: un mix perfetto per la diffusione della malnutrizione. Questo è solo l’inizio”.
I primi rapporti sulla malnutrizione rivelano un’altra realtà allarmante: nel nord della Striscia, 1 bambino su 6 è gravemente malnutrito e almeno 23 sono morti per malnutrizione e disidratazione, secondo i dati del Global Nutrition Cluster e del Ministero della Salute di Gaza. Negli ultimi cinque mesi, Azione contro la fame ha lavorato in condizioni estreme e di forte insicurezza per implementare la sua risposta umanitaria, con la distribuzione di cibo fresco e secco, pasti caldi, servizi di pulizia, trasporto di acqua, gestione dei rifiuti solidi e distribuzione di kit igienici e rifugi. “La cessazione delle ostilità e il ripristino dello spazio umanitario per consegnare gli aiuti umanitari e ristabilire i servizi sono essenziali per eliminare qualsiasi rischio di carestia”, sottolinea Stehli. Quando le persone soffrono di estrema carenza di cibo, la morte è lenta. Il dolore è intenso, con squilibri elettrolitici, apatia, affaticamento, deterioramento fisico e psicologico, degrado dei tessuti e danni agli organi vitali: “La fame non dovrebbe mai essere usata come arma di guerra”.

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