Fine vita: card. Zuppi, “piena applicazione” della legge sulle Dat, serve “nuovo welfare” per gli anziani

Negli ultimi anni la condizione degli anziani “è diventata una vera e propria emergenza”. A ribadirlo è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che aprendo i lavori del Consiglio permanente, in corso a Roma fino al 20 marzo, ha ricordato che “l’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo e questo ha diverse conseguenze: l’avanzare dell’età è spesso inversamente proporzionale alla capacità di svolgere le attività quotidiane in autonomia, tanto da rendersi necessario un supporto esterno. Per gli anziani e le loro famiglie questo significa iniziare un iter faticoso e complesso per capire a quali servizi si può accedere e a chi ci si debba rivolgere per ricevere risposte a tanti interrogativi. La pandemia ha portato alla luce la situazione di scarsa assistenza e di solitudine in cui vivono milioni di anziani”. “Serve un nuovo welfare, che sostenga questa grande fascia della popolazione, soprattutto quella non autosufficiente”, la proposta del presidente della Cei, secondo il quale “è necessario continuare a lavorare – società civile, enti ecclesiali e Istituzioni – per concretizzare la riforma delineata con la legge delega del marzo 2023 e a non tradire le attese di persone, famiglie e operatori”. I vescovi italiani guardano, infine, “con apprensione alla tematica del fine vita”: “Ogni sofferente, che sia in condizioni di cronicità o al termine della sua esistenza terrena, deve sempre essere accompagnato da cure, farmacologiche e di prossimità umana, che possano alleviare il suo dolore fisico e interiore”. “Le cure palliative, disciplinate da una buona legge ma ancora disattesa, devono essere incrementate e rese nella disponibilità di tutti senza alcuna discrezionalità di approccio su base regionale, perché rappresentano un modo concreto per assicurare dignità fino alla fine oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo”, la tesi del presidente della Cei: “La piena applicazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, inoltre, è ulteriore garanzia di dignità e di alleanza per proteggere la persona nella sua sofferenza e fragilità”.

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