“Lo stato di diritto nell’Ue ha continuato a deteriorarsi nel 2023, in quanto i governi hanno ulteriormente indebolito i controlli e gli equilibri legali e democratici”. “Le restrizioni al diritto di protestare pacificamente sono aumentate in modo significativo, ma in molti casi sono applicate selettivamente solo ad alcune proteste (ad esempio quelle per il clima)”: è la denuncia contenuta nella quinta edizione del rapporto Liberties rule of law 2024 appena pubblicato. La Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili (Cild) ha contribuito al rapporto per l’Italia, insieme ad altre 36 organizzazioni per i diritti umani di tutta l’Ue. Il rapporto identifica le più eclatanti violazioni della giustizia, della corruzione, della libertà dei media, della sicurezza dei giornalisti, dei controlli e degli equilibri, dello spazio civico e delle preoccupazioni sistemiche sui diritti umani nell’Unione europea nel 2023. L’analisi completa, frutto della collaborazione di 37 organizzazioni per i diritti umani che coprono 19 Paesi dell’Ue, è un esercizio di “reporting ombra” sullo Stato di diritto realizzato da una rete indipendente per le libertà civili. La Commissione europea tiene conto di questi risultati nel suo monitoraggio annuale dello Stato di diritto, confermando la rilevanza internazionale del rapporto.
A proposito dell’Italia: “Nel primo anno e mezzo di governo di centrodestra, guidato dalla premier Giorgia Meloni, si è segnato un effettivo arretramento dello Stato di diritto, con politiche che hanno inciso sulla qualità della democrazia, sull’accesso agli spazi civici e provocando un generale arretramento in termini di diritti – si legge in una nota del Cild –. Nel 2023, le dichiarazioni pubbliche dei rappresentanti del governo hanno influenzato in modo significativo il dibattito politico. L’attacco alle Ong e ai migranti è stato accompagnato da una generale repressione del dissenso che ha colpito tra gli altri giornalisti, giudici, giovani, attivisti ambientali”. Il report cita, tra l’altro, il Decreto Cutro che ha aumentato le sanzioni per i cosiddetti “scafisti”, spesso vittime essi stessi; il Decreto Caivano che introduce disposizioni penali relative ai minori, promuovendo un approccio punitivo arretrato e fallimentare nei confronti dei giovanissimi; il decreto Eco-Vandali che sanziona le proteste dei giovani attivisti climatici fino alla Legge Bavaglio, fino al recente accordo con l’Albania per il trasferimento e il trattenimento di persone migranti in due centri di identificazione e trattenimento sotto giurisdizione italiana. “Tutte norme che sollevano preoccupazioni circa la loro aderenza alle leggi costituzionali e internazionali, nonché sul rispetto delle libertà civili e dei diritti umani nel nostro Paese”, afferma la Cild.