“La Pastorale sociale e del lavoro della Regione Piemonte e in particolare delle diocesi di Vercelli, Biella, Novara e Casale Monferrato accolgono con favore la revoca della delibera con la quale l’amministrazione comunale aveva chiesto che Trino fosse inserito nella Cnaa (Cartina nazionale aree autocandidate) e auspicano che l’individuazione definitiva del sito prosegua, senza ulteriori ritardi, esclusivamente sulla base dei criteri scientifici sino ad ora adottati, ritenendo che non siano, invece, da perseguire decisioni che rispondano a logiche diverse”. È quanto si legge in un comunicato diffuso nel pomeriggio di oggi dall’Ufficio regionale per la Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta. Nel testo, firmato da mons. Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli e delegato Cep per la Psl, e dal responsabile regionale Gaetano Quadrelli, viene ripercorsa la vicenda legata all’emergenza dello smaltimento dei rifiuti nucleari che – viene sottolineato – “è diventata, in questi mesi, di stringente attualità”. “Le conseguenze del deposito nazionale a Trino – viene ribadito – non si limiterebbero solamente al comune ospitante e ai suoi dintorni, ma interesserebbero una zona molto più ampia comprendente: il Vercellese, il basso ed alto Monferrato, il biellese e la zona ad est di Torino”. Ne sarebbero colpiti “il cuore della risicoltura” nel Vercellese, il Monferrato riconosciuto “patrimonio dell’Unesco”, il parco del “Bosco della Partecipanza” e anche il nuovo impianto fotovoltaico adiacente all’ex centrale elettrica “Galileo Ferraris”, uno dei più grandi del nord Italia ed attualmente in fase di inaugurazione, sarebbe “a rischio”.