“Al-salam alaykum, la pace sia con voi. All’inizio del mese di Ramadan vorrei farmi vicino con il mio saluto e le espressioni della più cordiale amicizia, nelle quali associo l’intera Chiesa di Foggia, che io servo come pastore”. Inizia così il messaggio dell’arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino, Giorgio Ferretti, ai “fratelli e alle sorelle dell’islam” per l’inizio del Ramadan. “Nei miei anni in Mozambico – scrive il presule – ho avuto l’onore di essere amico di tanti fratelli e sorelle musulmani. Era buona tradizione farci gli auguri per il Ramadan, per la Pasqua, per l’Id al-fitr e per Natale”. “Vorrei allora che questo mio primo messaggio di augurio qui a Foggia vi trovasse bene in salute e in pace”, afferma l’arcivescovo precisando: “Ci uniscono tre elementi comuni: la supplica, il digiuno e la gioia”.
“Anzitutto la preghiera: Ramadan, così come la Quaresima, ci spinge a un ritorno interiore a Dio, ‘con tutta la mente, con tutta l’anima, con tutte le forze’. Una maggiore fedeltà alla preghiera comune e personale è elemento essenziale di questo sforzo”. Quindi il digiuno: “Ramadan, come la Quaresima, propone una mortificazione volontaria in quell’atto così istintivo e indispensabile che è il cibarsi. L’esperienza della fame, come condivisione esistenziale della condizione abituale dei poveri, che digiunano tutto l’anno. Ciò ci deve spingere a non sprecare i beni di cui disponiamo, e a fare parte di essi con chi ha meno di noi, con chi non ha nulla. La fame di cibo e acqua è anche simbolo di una fame più profonda: la fame di giustizia e di pace. La disciplina del digiuno sia dunque quest’anno un grido a Dio e agli uomini per il raggiungimento della giustizia e della pace, anzitutto in Israele-Palestina e poi in tutti i luoghi dove si combatte e si versa il sangue innocente. Il digiuno sia anche dalla parte negativa di noi stessi, dal fare il male, dalle divisioni, dal non accogliere”. Infine la gioia: “Ramadan-Quaresima come il mese che apre alla gioia: per noi è la festa di Pasqua, nella quale celebriamo il trionfo di Gesù sulla morte e il male, a favore di tutti gli uomini e donne; per voi è Id al-fitr, la festa della Rottura del digiuno. La festa di sentirsi figli di Dio, di sentire l’amore del Clemente e Misericordioso”. “Nella nostra come nella vostra tradizione – dice mons. Ferretti – leggo la verità profonda della Gioia che, per essere veramente tale, non deve avere confini, proprio come l’aria e il cielo che ci sovrasta non ne hanno”.
A conclusione un auspicio: “Possa, dunque, l’astinenza del mese di Ramadan, in parallelo a quella quaresimale, tracciare la Santa Via per tutto il prossimo anno: pace, giustizia, perdono, condivisione con i poveri, amicizia con tutti. Sorelle, Fratelli, vi saluto in: ‘Kull am wa-antum bi-khayr’, state bene tutto l’anno”.