Venerdì 15 marzo, alle ore 11, nell’Aula Newmann della Pontificia Università Urbaniana a Roma (via Urbano VIII, 16), si terrà la presentazione del libro “La mistica della sofferenza” di Caterina Ciriello e Angela Maria Lupo, da poco pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova. Con le autrici interverranno la senatrice Paola Binetti, medico psichiatra, Lucio Alessio D’Ubaldo dell’Istituto Internazionale J. Maritain e Giovanni Avanti, insegnante di religione cattolica.
Scritto a quattro mani da Ciriello, docente di teologia spirituale e storia della spiritualità alla Pontificia Università Urbaniana a Roma, e Lupo, passionista di san Paolo della Croce e professoressa ordinaria di Sacra Scrittura nell’Istituto superiore di Catechesi e Spiritualità missionaria del medesimo ateneo, il libro “La mistica della sofferenza” è un itinerario biblico-spirituale per ri-definire il volto di Dio e dell’uomo.
Le riflessioni delle autrici, senza pretese di verità, indicano la sofferenza non come un incidente di percorso, ma come una via mistica d’incontro con Dio, e invitano il credente a trasformare la sofferenza in amore. Se il dolore, la sofferenza, il male mettono in crisi ognuno di noi, compresi i credenti, queste pagine mettono ogni lettore dinanzi a una verità sconcertante: Dio stesso soffre! La sofferenza di Dio deriva dal suo amore per noi, un amore sofferto perché solidale con colui che soffre.
Scrive Gianni Sgreva, direttore della rivista “La Sapienza della Croce”, nella prefazione al volume: “Già il titolo dice l’impegno delle autrici a voler offrire una lettura della sofferenza non lasciata dentro il bozzolo della sua enigmaticità. Non si finirà mai di indicare le finestre attraverso le quali leggere l’esperienza umana del dolore, dal punto di vista filosofico, teologico, psicologico, medico, o semplicemente umano. Quello delle autrici è il tentativo di illustrare dal punto di vista biblico e spirituale la mistica della sofferenza, con il risultato forte di legare indissolubilmente la sofferenza umana alla sofferenza divina. Mistica della sofferenza significa infatti accostare la sofferenza all’identità divina, ma non semplicemente per trovare in Dio un supporto di consolazione, una via di uscita, o semplicemente la forza di affrontare la sofferenza con l’aiuto dall’Alto, e supponendo sempre che si tratti di persone credenti. Fuori della fede, infatti, la sofferenza distrugge. L’unico obiettivo e capacità del postumanesimo e del trans umanesimo è quello di cancellare, di cremare la sofferenza. Mistica della sofferenza significa invece scoprire che la sofferenza qualifica Dio stesso, ne descrive l’identità, almeno secondo la teologia giudaico-cristiana”.