Sabato 16 marzo, alle ore 18,30, mons. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, presiederà una santa messa presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Melito di Napoli, in occasione della conclusione dell’inchiesta diocesana sulla vita della serva di Dio madre Eucaristica Cicala (1894-1974), fondatrice della Congregazione delle Ancelle eucaristiche.
“Dalla vita di madre Cicala – dice mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare di Napoli, nella presentazione della biografia scritta da Ulderico Parente – si evince come Dio si prenda cura del suo popolo, donando alla cittadina di Melito di Napoli una madre, riflesso al femminile di quel Dio che la Scrittura chiama Padre ‘degli orfani e delle vedove’”.
La sua missione prende vita il 6 agosto 1934 insieme ad un gruppo di giovani donne guidate spiritualmente dallo zelante parroco mons. Raffaele Balsamo e dà forma e carne a una famiglia religiosa che nella Chiesa sia dito puntato all’Eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Dalla prima esperienza nell’istituto delle Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato tutta la vita di madre Cicala è stata un voler imitare il Maestro.
Dal libro di Parente emerge una donna sedotta dall’assoluto di Dio, umile ma forte, contemplativa e concreta nella carità, nascosta e sempre all’ultimo posto ma prima nel servizio. Nel testo viene raccontata vita di madre Eucaristica che con alcune giovani andava in giro ad elemosinare per i poveri, nonostante il disappunto del padre e dei fratelli, che trovavano poco conveniente che una loro familiare si umiliasse come una mendicante. Con quello che riuscivano a racimolare confezionavano tanti pacchi-dono che consegnavano agli anziani, soprattutto a quelli più soli e più poveri. Nei volti di quei poveri la serva di Dio invitava le sue compagne a vedere il volto di Cristo sofferente e povero. Da questa esperienza di amore cristiano nacque, il 25 marzo 1932, la “Compagnia delle Vergini eucaristiche”. Il 18 ottobre del 1935 vennero accolte le prime orfanelle. Durante la Seconda Guerra mondiale la casa delle Vergini eucaristiche di Melito rappresentò un faro nel buio: molti bambini, privati dei loro genitori oppure abbandonati, furono accolti nell’istituto. Molti poveri, non potendo contare sulle sovvenzioni delle istituzioni, si recavano ogni giorno alle porte della casa madre, ricevendo dalla carità delle Vergini quanto necessitavano.
Importante fu anche l’opera di pacificazione svolta dalla serva di Dio e dalle Vergini all’indomani dell’armistizio, annunciato l’8 settembre 1943: esse evitarono vendette, pacificarono alcune famiglie in lotta fra loro, coadiuvarono il parroco nel coltivare sentimenti di concordia.