Parlamento Ue: migrazione legale, approvate norme per il permesso unico di soggiorno e lavoro

(Strasburgo) Il Parlamento europeo ha approvato oggi norme per i permessi combinati di lavoro e di soggiorno per i cittadini di Paesi terzi. L’aggiornamento della direttiva sul permesso unico, adottata nel 2011, che ha istituito una procedura amministrativa unica per il rilascio di un permesso ai cittadini di Paesi terzi che desiderano vivere e lavorare nell’UE, creando un contesto comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi, è stato adottato con 465 voti favorevoli, 122 contrari e 27 astensioni. La norma fissa un limite di 90 giorni per una decisione sulle domande di permesso unico, rispetto agli attuali quattro mesi. Le procedure su fascicoli particolarmente complessi potrebbero ottenere un’estensione di 30 giorni, e il tempo per consegnare un visto, se necessario, non è incluso. Le nuove norme introdurranno anche la possibilità, per il titolare di un permesso di soggiorno valido, di richiedere un permesso unico anche all’interno del territorio, in modo che una persona che risiede legalmente nell’Ue possa chiedere di cambiare il proprio status giuridico senza dover tornare nel proprio Paese di origine.
In base alle nuove norme, i titolari di un permesso unico avranno il diritto di cambiare datore di lavoro, occupazione e settore lavorativo.
Se un titolare di un permesso unico è disoccupato, avrà fino a tre mesi — o sei se ha avuto il permesso per più di due anni — per trovare un altro posto di lavoro prima che il permesso venga ritirato, rispetto ai due mesi secondo le norme vigenti.
Il relatore Javier Moreno Sanchez ha dichiarato: “la migrazione regolare è lo strumento migliore per combattere la migrazione irregolare e i trafficanti di esseri umani e, pertanto, è necessaria e positiva. Abbiamo bisogno di un approccio che gestisca non solo i flussi migratori irregolari, ma promuova anche la coerenza tra i diversi strumenti di migrazione regolare e la piena integrazione dei lavoratori stranieri nelle nostre società”.
Durante la sessione di voto il Parlamento ha inoltre adottato le sue proposte legislative per prevenire e ridurre meglio gli sprechi di prodotti alimentari e tessili in tutta l’Ue. La direttiva prevede obiettivi vincolanti più ambiziosi di riduzione dei rifiuti da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030: almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10% proposto dalla Commissione) e il 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi alimentari e nelle famiglie (invece del 30%). Il Parlamento ha richiesto inoltre che la Commissione valuti se debbano essere introdotti obiettivi più elevati per il 2035 (rispettivamente almeno il 30% e il 50%) e, se dovesse essere il caso di presentare una nuova proposta legislativa.

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