Haiti: si attende il nuovo Consiglio di transizione. Mons. Mésidor (vescovi) al Sir, “Chiesa non ne farà parte”

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha riconosciuto ieri che sono stati compiuti passi importanti per “risolvere la crisi politica di Haiti”, riferendosi all’accordo raggiunto lunedì sulla creazione di un Consiglio presidenziale e sulla nomina di un primo ministro ad interim come misure transitorie. In un messaggio trasmesso martedì dal suo portavoce, Guterres ha invitato tutti i soggetti haitiani ad “agire in modo responsabile e ad adottare misure per attuare l’accordo al fine di ripristinare la democrazia e le istituzioni del paese, attraverso elezioni pacifiche, credibili, partecipative e inclusive”.
Come è noto, il primo ministro haitiano, Ariel Henry, ha annunciato che si sarebbe dimesso contestualmente all’insediamento del Consiglio di transizione. Di fatto, però, fino a quel momento, il Paese resta senza una guida e praticamente in mano alle bande criminali.
Di fronte a tale scenario, mons. Max Leroy Mésidor, vescovo di Port-au-Prince e presidente della Conferenza episcopale di Haiti, interpellato dal Sir, mantiene un atteggiamento di prudenza e riserbo, in attesa dei previsti adempimenti per dare al Paese un Governo. Rispetto, però, all’ipotesi, circolata ieri, che un rappresentante della Chiesa haitiana possa far parte, senza diritto di voto, del Consiglio di transizione composto da sette persone, esprime forti dubbi che questa sia una ipotesi praticabile: “Non posso confermare tale ipotesi – afferma -. La Conferenza episcopale non si è impegnata a nominare un rappresentante nel Consiglio. Per la verità, non abbiamo neppure ricevuto una richiesta in tale senso, anche perché la questione è di competenza di partiti, gruppi politici e società civile. Non è stato fatto alcun approccio formale nei nostri confronti a questo scopo. Quindi, mi pare chiaro che la Chiesa cattolica non avrà un rappresentante nel Consiglio. Tuttavia, speriamo con tutto il cuore che questa lunga crisi possa avere un esito felice”.
Sempre ieri, la presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam) ha espresso preoccupazione e vicinanza alla Chiesa di Haiti, attraverso un messaggio indirizzato dalla presidenza dell’organismo a mons. Mésidor. “Vogliamo esprimere a voi e a tutti i fratelli vescovi la nostra vicinanza e il nostro ringraziamento per la vostra testimonianza di dedizione, rendendo presente la luce della fede in mezzo a tante tenebre”, si legge nel messaggio. Proseguono i vescovi latinoamericani: “Continuiamo a implorare Dio e confidiamo che il Signore della storia, che ascolta sempre il grido del suo popolo, apra la mente e il cuore di coloro che devono prendere le decisioni per realizzare la pace e il bene comune”.

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