Il primo ministro di Haiti, Ariel Henry, secondo quanto riferisce l’agenzia Efe, ha annunciato che si dimetterà, insieme al suo Governo, non appena ci sarà un Consiglio presidenziale transitorio, perché “nessun sacrificio è troppo grande per il nostro Paese”. Ha spiegato l’attuale premier: “Il governo che guido accetta l’insediamento di un consiglio presidenziale transitorio. I membri del Consiglio saranno scelti dopo un accordo tra diversi settori della vita nazionale”, ha detto Henry in un messaggio alla nazione pubblicato sulle reti sociali dell’Esecutivo haitiano. Fino alla nomina del nuovo gabinetto, il Governo si occuperà delle questioni pendenti. Ariel Henry ha giustificato la sua decisione nel clima che il Paese vive da giorni. L’Esecutivo – ha affermato – non può essere “insensibile” all’aumento degli atti di violenza, degli omicidi, degli attacchi alle forze dell’ordine, dei saccheggi sistematici e della distruzione di edifici pubblici e privati che sta vivendo la nazione. “Haiti ha bisogno di pace, stabilità, sviluppo duraturo”, ha aggiunto il primo ministro, che ha chiesto alla popolazione “calmarsi”, per arrivare a una ricostruzione democratica del Paese. L’attuale presidente della Comunità caraibica (Caricom) e leader della Guyana, Irfaan Ali, aveva già anticipato poco prima delle dichiarazioni di Henry che il premier si sarebbe dimesso, e ha parlato “della creazione di un consiglio presidenziale transitorio composto da sette membri con diritto di voto e due osservatori”. La decisione, infatti, è stata presa ieri in Giamaica, nel vertice che Henry e la Caricom hanno avuto con i rappresentanti dell’Onu e di Pesi come gli Stati Uniti e la Francia. Nel frattempo, le ambasciate e le rappresentanze diplomatiche ad Haiti stanno adottando misure eccezionali di fronte all’escalation di violenza. Ieri, l’Unione Europea ha riferito di aver evacuato tutto il suo personale ad Haiti “in un luogo più sicuro fuori dal Paese”, dato il “drammatico deterioramento della situazione della sicurezza”.