Argentina: città di Rosario nella morsa del “narcoterrorismo”. Preghiera in cattedrale con l’arcivescovo Martín, “chiediamo dono della pace, non lasciamoci paralizzare”

Il Governo argentino ricorre alla fermezza per combattere l’ondata di violenza, causata dal narcotraffico, che ha investito la città di Rosario. Nell’ultima settimana, come riferisce l’agenzia Efe, si è verificata la morte di quattro persone innocenti in risposta all’inasprimento della politica penitenziaria. In una conferenza stampa tenutasi in quella città, la terza più popolata del Paese, i ministri della Difesa, Luis Petri, e della Sicurezza, Patricia Bullrich, il governatore della provincia di Santa Fe, Massimiliano Pullaro, e il sindaco di Rosario, Pablo Javkin, hanno sottolineato l’unità d’azione dei Governi nazionale e locale nella lotta contro quello che già chiamano “narcoterrorismo”. Le Forze Armate argentine si uniranno “nelle prossime 24 ore” alle forze dell’ordine che già operano in città, ha riferito il Ministro della Difesa, Luis Petri.

È in tale contesto che, davanti a una cattedrale gremita, l’arcivescovo di Rosario, mons. Eduardo Martín, ha chiesto il dono della pace e della consolazione “a coloro che hanno perso la vita in questi giorni e alle loro famiglie”, vittime della violenza urbana, e ha pregato “per la vita della popolazione di Rosario, così gravemente minacciata”. Ha aggiunto l’arcivescovo: “Guardiamo Gesù oggi e troviamo tutta la forza di cui abbiamo bisogno, tutta l’unità di cui abbiamo bisogno, tutto l’impegno di cui abbiamo bisogno per continuare a lavorare per il bene, per la giustizia e per la pace, per non lasciarci intimidire da questa violenza diabolica che vuole per paralizzarci”, vuole farci fermare, seminare il terrore nella città, suscitare il terrore in ciascuno degli abitanti di Rosario”. Il presule ha invitato a pregare per le autorità, affinché “abbiano la temperanza di cui hanno bisogno per ricercare con fermezza il bene e cercare di difendere la vita di tutti gli abitanti di Rosario, così gravemente minacciati da questi atti di terrore”.

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