Nicaragua: card. Brenes, “sopportare questo tempo di prova. Cristo ci mostra la via dell’amore e del perdono”

Il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha invitato ieri, durante le celebrazioni della quarta Domenica di Quaresima, i sacerdoti e il popolo di Dio del Nicaragua, a sopportare “questo tempo di prova” e a non perdere la fede in Dio, riferendosi in modo indiretto alla situazione che vive il Paese, sotto il giogo della dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo. Il card. Brenes ha aggiunto che molte volte i religiosi e i cattolici possono avere la sensazione di cadere nel vuoto o nell’oscurità, ma che non bisogna perdere di vista il fatto che Dio “ci mette alla prova per vedere la nostra fedeltà. In certi momenti ci raffreddiamo, ci allontaniamo gradualmente dal Signore e possiamo cadere nel vuoto. Può essere un momento di prova, perché Papa Francesco ci dice come il Signore ci mette alla prova”. Il porporato ha poi affermato che Cristo mostra il suo amore, “non ci mostra l’odio, non c’è rancore, non ci sono parole offensive, ma l’amore, il perdono e la riconciliazione emergono dal cuore di Gesù”.
Le parole dell’arcivescovo giungono al termine di una settimana nella quale egli ha compiuto i 75 anni, l’età canonica per rassegnare le dimissioni al Papa come pastore di una diocesi. Nell’occasione, il card. Brenes ha rilasciato ai media dell’arcidiocesi una lunga intervista, in cui ha tracciato un bilancio del suo servizio, ma ha anche ricevuto gli auguri, certamente, non richiesti, vista la situazione di persecuzione che vive la Chiesa nicaraguense e la stessa arcidiocesi di Managua, della vicepresidente del Nicaragua, Rosario Murillo, che ha manifestato l’impegno a lavorare “per il rispetto, l’incontro e una cultura di giustizia, armonia e liberazione”. Ha affermato la vicepresidente: “Ora le campane suonano con gioia e vittoria perché Cristo regna in Nicaragua e nel salutare sua eminenza, discepolo del cardinale Miguel Obando y Bravo, ci impegniamo a lavorare per una cultura e una pastorale di giustizia, armonia e liberazione da ogni male, specialmente dall’odio”.
Ha concluso la vicepresidente: “A sua eminenza, Leopoldo José ‘Polito’ (questo l’affettuoso soprannome con cui il cardinale viene spesso chiamato, ndr), esprimiamo l’affetto delle famiglie nicaraguensi in un riconoscimento molto speciale per l’opera meritoria che sta svolgendo con un messaggio pastorale coerente con il buon pastore, con Cristo Gesù”.

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