Haiti: liberati quattro religiosi dei Fratelli del Sacro Cuore che erano stati rapiti, due ancora sotto sequestro. Nell’ultima settimana almeno 15mila sfollati

I Fratelli del Sacro Cuore “sono sollevati dal rilascio di quattro dei loro membri e di un collaboratore rapiti dal 23 febbraio”. Con questa dichiarazione, contenuta in un comunicato stampa la Congregazione ha annunciato la liberazione di cinque delle sette persone rapite ad Haiti poco più di due settimane fa a Port-au-Prince. Si tratta di quattro religiosi e di un insegnante, mentre restano ancora nelle mani dei rapitori altri due religiosi. “La lotta non è finita, perché i fratelli Pierre Isaac Valmeus e Adam Montclaison Marius sono ancora trattenuti”, scrive la Congregazione. Il sequestro è stato, con ogni probabilità, opera dei gruppi criminali che mettono in atto numerosi rapimenti a scopo estorsivo, con l’obiettivo di ottenere un riscatto per la liberazione.
Al di là, di questa vicenda, la situazione nel Paese e, in particolare nella capitale, resta sempre di grande tensione e incertezza. Il premier Ariel Henry si trova ancora a Porto Rico, perché viene impedito dalle bande, che hanno ormai il controllo quasi totale della capitale, il suo atterraggio a Port-au-Prince. In questo clima, militari statunitensi si sono dispiegati nella notte di sabato per rafforzare la sicurezza dell’ambasciata statunitense ad Haiti ed evacuare il personale non essenziale, al termine di giornate contrassegnate da una generalizzata violenza L’obiettivo dell’operazione era quello di rafforzare la sicurezza dell’ambasciata per garantirne l’operatività, si legge in un comunicato del Comando meridionale dell’esercito statunitense, responsabile delle operazioni in America Latina. È della giornata di ieri l’aggiornamento da parte dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) sul numero settimanale di sfollati interni. Almeno 15mila persone sono state sfollate a causa della violenza ad Haiti nell’ultima settimana, secondo l’Oim, portando il numero di haitiani costretti a fuggire dalle loro case dalla crisi a 362mila in tutto il Paese, di cui oltre 160mila a Port-au-Prince.
L’Oim afferma di essere “profondamente preoccupata per lo scoppio della violenza dalla fine di febbraio”, che ha peggiorato la già drammatica situazione del Paese. “Gli haitiani non possono condurre una vita dignitosa. Vivono nella paura e ogni giorno, ogni ora che questa situazione si protrae, il trauma si aggrava”, ha dichiarato il responsabile Oim per Haiti, Philippe Branchat, che ha aggiunto: “Le persone che vivono nella capitale sono rinchiuse, non hanno un posto dove andare”.

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