“Ratificare al più presto le nuove linee di indirizzo nazionali sull’affidamento familiare e sull’accoglienza residenziale, recentemente approvate”. A chiederlo alla Regione Calabria è il Coordinamento associativo regionale affido e adozione, costituito da Forum calabrese delle associazioni familiari, Centro Comunitario Agape, Centro Emmaus di Roccella, associazioni M’ama Dpdp Calabria, Meta Cometa Aps Calabria, Papa Giovanni XXIII, Maslow e Coop Agora di Crotone. In una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, e all’assessore regionale al Welfare, Emma Staine, chiedono alla Regione Calabria di “rendere coerente la normativa come richiesto anche nel 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Sono due i documenti, già ratificati in sede di Conferenza Stato-Regioni – sottolinea il Coordinamento – e sono essenziali per superare l’attuale disuguaglianza regionale in materia di interventi e servizi di protezione e tutela quali appunto, l’affido familiare e l’accoglienza in comunità residenziale, e garantendo quindi parità di esigibilità dei diritti nel superiore interesse dei minorenni e delle loro famiglie”. Il Coordinamento sottolinea che la ratifica della Regione Calabria delle suddette linee di indirizzo nazionali assume un particolare significato e una priorità in vista della possibile approvazione della cosiddetta “autonomia differenziata” delle Regioni che, senza la definizione di livelli essenziali delle prestazioni in tutto il territorio nazionale, avrà pesanti ricadute sui minorenni e le loro famiglie. Le associazioni aderenti alla rete esprimono “preoccupazione per i ritardi che la nostra regione continua a registrare nella programmazione di politiche sociali”. “Occorrono – scrivono – investimenti in risorse umane e finanziarie che consentano di attivare un sistema di protezione dell’infanzia più a rischio, per garantire innanzitutto il diritto di ogni minore a crescere in una famiglia che in Calabria è ancora negato a molti. Come prevedono le linee guida l’affido può avere una forte valenza preventiva soprattutto se viene attivato nei primi anni di vita riducendo al minimo i tempi di attesa dei provvedimenti. Con una attenzione anche al tema dei minori stranieri non accompagnati che potrebbero trovare nell’affido delle risposte. Va prevista una cabina di regia regionale da parte dell’assessorato al Welfare che metta insieme Tribunale per i minorenni, Anci, Enti locali, Aziende sanitarie , Garanti per l’infanzia e per la salute, reti familiari e del terzo settore. Altrettanto importanti l’attivazione nei vari ambiti territoriali dei “Centri affido” con iniziative dei comuni capo-fila per garantire coordinamento ed integrazione dei diversi attori istituzionali competenti.