“Siamo inorriditi da quanto accaduto a Gaza City, dove oltre 100 persone sono state uccise e circa 750 ferite, secondo le autorità sanitarie locali. Le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco contro palestinesi in fila per ricevere cibo dai camion carichi di aiuti. Lo staff di Medici senza frontiere (Msf) non era presente sul posto e, a causa delle pessime telecomunicazioni, non siamo attualmente in grado di raggiungere il nostro personale medico che lavora ancora in alcuni ospedali del nord della Striscia”. Lo ha dichiarato, ieri sera, Isabelle Defourny, presidente di Medici senza frontiere, dopo i tragici eventi di ieri a Gaza.
“Sappiamo però che la situazione a Gaza, in particolare nel nord, è catastrofica. Qualche giorno fa, il nostro personale ci ha detto di non aver abbastanza cibo da mangiare, alcuni consumano cibo per animali per sopravvivere. Hanno anche riferito della mancanza di acqua e, quando c’è, è contaminata e quindi causa di malattie”, ha proseguito Defourny, per la quale “questa situazione è il risultato diretto della serie di decisioni inconcepibili prese dalle autorità israeliane nel corso di questa guerra: un assedio totale, un’incessante campagna di bombardamenti, ostacoli burocratici e la mancanza di meccanismi di sicurezza che garantiscano una distribuzione sicura del cibo dal sud al nord di Gaza. E, inoltre, c’è la distruzione sistematica delle capacità di sostentamento derivanti da agricoltura, pastorizia e pesca”.
“Il nord è stato in gran parte tagliato fuori dall’assistenza per mesi, lasciando le persone intrappolate e senza altra scelta che tentare di sopravvivere con minuscole quantità di cibo, acqua e forniture mediche. Interi quartieri sono stati bombardati e distrutti”, ha ricordato la presidente di Msf, ribadendo l’appello “per un cessate il fuoco immediato e duraturo. Chiediamo alle autorità israeliane di permettere la distribuzione senza ostacoli e in tutta la Striscia degli aiuti umanitari e di prima necessità, come il cibo, e che gli attacchi ai civili cessino immediatamente”.