Gioco d’azzardo: Consulta antiusura, “riserve e critiche” sul decreto legislativo di riordino del settore

“Rivedere” lo schema del decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei ministri il 19 dicembre 2023, recante “Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza”. È quanto chiede il presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, Luciano Gualzetti, al presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, al presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ai presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati e del Senato e a tutti gli organismi istituzionali competenti.
Mentre si avvia a conclusione, nelle Commissioni parlamentari, l’iter per il decreto legislativo sui giochi d’azzardo online, “desideriamo portare alla sua attenzione l’ordine del giorno deliberato dal Consiglio direttivo della Consulta nazionale e dai presidenti delle 35 Fondazioni antiusura ad essa associate riguardante lo schema di decreto legislativo”, scrive Gualzetti, evidenziando che “le Fondazioni antiusura esprimono riserve e critiche sui contenuti” del decreto legislativo “nonché sul metodo seguito per la definizione del provvedimento”, facendo appello al Parlamento, al Governo, alle Regioni, ai Comuni e a tutte le persone di buona volontà esercitanti funzione pubblica di rappresentanza o di amministrazione “affinché si provveda a urgente revisione dell’impianto normativo sui giochi d’azzardo online” e confidando “nell’alta magistratura del presidente della Repubblica, quale custode del rispetto dei princìpi fondamentali della Repubblica, affinché anche in questo provvedimento sia rispettata l’integrità della persona umana e della famiglia, la salute pubblica e in generale il principio dell’utilità sociale”.
Le Fondazioni antiusura hanno rilevato, dalla lettura del testo del decreto legislativo e dall’esame dei lavori delle Commissioni parlamentari di Camera dei deputati e di Senato, “la scorrettezza nella procedura adottata laddove si è invertita la gerarchia dei valori da richiamarsi inderogabilmente” e “l’impiego di una terminologia e dunque di concetti fallaci e fuorvianti, quali ‘gioco’ (senza aggettivi), ‘gioco pubblico’ (senz’altra qualificazione e con valenza semantica ambigua circa l’aggettivo ‘pubblico’); ‘salute del giocatore’ e non di salute pubblica; ‘gioco responsabile’ senza la qualificazione ‘d’azzardo’ che avrebbe mostrato l’evidente ossimoro”.
Non solo: in merito alla proposta di compartecipazione delle Regioni e degli Enti locali al gettito fiscale in ragione del volume dei giochi d’azzardo praticati sui rispettivi territori, viene precisato: “La misura è rivolta a invertire il corso legislativo regionale e regolamentare comunale che dal 2012 hanno teso a contenere le conseguenze sulla dimensione sociale e individuale della espansione dei giochi d’azzardo, quantunque ‘pubblici’”.

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