“La penetrazione del narcotraffico nel Paese, con le sue tracce di corruzione, omicidi su commissione e ogni tipo di violenza, è molto preoccupante”. Lo scrivono i vescovi della Costa Rica, al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale (Cecor). Il messaggio, firmato da tutti i vescovi del Paese, affronta vari temi di carattere pastorale e sociale, tra cui, appunto, l’aumento della criminalità e della violenza, che nel 2023 ha avuto un fortissimo aumento (con un tasso di oltre 17 omicidi per 100 mila abitanti), ponendo fine in modo definitivo all’idea che il Paese sia una sorta di “isola felice” nel contesto centroamericano. “Siamo tra i Paesi con i tassi di fertilità più bassi del mondo. Abbiamo già superato il tasso di sostituzione. Questo comporta sfide future per sostenere la sicurezza sociale, il sistema pensionistico, l’istruzione e altro”, denunciano i vescovi, che dedicano un’ampia parte del loro messaggio allo sviluppo economico e alle diseguaglianze presenti in Costa Rica: “Guardare allo sviluppo solo a partire dagli indicatori economici sarebbe un errore”. Da un lato, infatti, “il Paese ha chiuso lo scorso anno con uno dei migliori tassi di crescita economica della regione latinoamericana”. Dall’altro, però, “è evidente che non ci stiamo muovendo con decisione verso un maggiore sviluppo umano integrale. La crescita economica non raggiunge tutte le persone. Infatti, la Costa Rica si è affermata come uno dei Paesi più diseguali al mondo, sia in termini di differenza di reddito tra le persone sia in termini di sviluppo umano comparato tra i territori del Paese. Il nostro modello di organizzazione socio-economica si è dimostrato strutturalmente incapace di ridurre significativamente la povertà. Non esistono misure percepite per alleviare la povertà. L’investimento sociale del Paese ha subito un rapido crollo”. Ci sono molte famiglie che “non hanno una casa propria o che hanno carenze abitative che impediscono loro di coprire i bisogni primari. Nel Paese sono aumentati gli insediamenti informali, dove, oltre alle condizioni di vulnerabilità socio-economica, si registra un livello molto elevato di rischio di catastrofi”, la denuncia dei vescovi, che sottolineano l’impegno della Chiesa per la giustizia e il dialogo sociale.