La Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) accoglie con favore la Risoluzione del Parlamento europeo adottata ieri giovedì 8 febbraio che condanna i recenti attacchi contro i cristiani in Nigeria. Ma in una nota diffusa oggi, osserva che “la risoluzione minimizza la dimensione religiosa del conflitto” ed invita “urgentemente l’Unione Europea ad adottare misure forti in linea con la sua legislazione e ad utilizzare canali diplomatici per garantire la protezione di tutti i cittadini in Nigeria”. Ieri il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui condanna il massacro commesso dal 23 al 25 dicembre 2023, quando uomini armati hanno lanciato un attacco su larga scala in più di 160 villaggi nelle aree di competenza di Bokkos, Barkin Ladi e Magu dello stato di Plateau, provocando la morte di almeno 200 cristiani. La Comece nota che nel testo adottato, gli eurodeputati parlano del ruolo del cambiamento climatico, della scarsità delle risorse e della mancanza di mediazioni come fattori del conflitto minimizzando una dimensione religiosa che è sempre stata invece evidenziata dal cardinale John Olorunfemi Onaiyekan. Secondo i vescovi della Nigeria, quanto sta accadendo nel Paese non può essere considerato come “come un semplice scontro tra pastori e agricoltori” ma come veri e propri “atti di terrorismo”. Commentando il recente voto al Parlamento europeo, padre. Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece, afferma: “le pressioni ambientali ed economiche non possono spiegare sufficientemente la ferocia degli attacchi e le loro modalità coordinate e sistematiche commesse dai terroristi islamici Fulani”. Gli attacchi della vigilia di Natale del 2023 menzionati nella risoluzione del Parlamento europeo non sono casi isolati. In un attacco del gennaio 2024, i terroristi Fulani hanno ucciso più di 30 persone e distrutto diverse case e centri di culto. Lo scorso settembre, il seminarista Na’Aman Danlami Stephen della diocesi di Kafanchan è stato bruciato vivo in un atroce attacco terroristico. Inoltre, oltre 2 milioni di cristiani nello stato di Benue sono stati sfollati interni a causa della violenza. Già nel 2020, il Parlamento europeo aveva denunciato l’uccisione di oltre 6.000 cristiani dal 2015 ad opera di gruppi jihadisti o militanti Fulani. La Comece – si legge nella nota di oggi – esprime profonda preoccupazione per la persecuzione subita dalle comunità cristiane in Nigeria e invita le istituzioni dell’Ue a dare una risposta più decisa e forte al terrorismo islamico in Nigeria. “Non dovrebbe più essere tollerato che tutti questi crimini restino irresponsabili. Il governo nigeriano ha la responsabilità di proteggere i suoi cittadini, comprese le comunità cristiane sistematicamente perseguitate”, afferma p. Manuel Barrios Prieto. La Comece ricorda di essersi sempre impegnata per fermare la persecuzione dei cristiani in Nigeria e nel mese di maggio 2023 ha ricevuto mons. Matthew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto, facilitando un incontro di dialogo con i rappresentanti dell’UE e dei suoi Stati membri.