Gli europei pensano che sia importante che l’Ue dedichi risorse agli aiuti umanitari: questo in estrema sintesi quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi. C’è un 78% della popolazione europea consapevole del fatto che l’Ue finanzia attività di aiuto umanitario, percentuale che supera il 90% in Lussemburgo, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi (in Italia è al 64%). Per nove intervistati su dieci (91%) è importante che l’Ue finanzi attività di aiuto umanitario (per un 45% è addirittura “molto importante”); solo il 7% dice che non lo è. Per l’83% questo genera sentimenti positivi, con il 56% che afferma di sentirsi “soddisfatto”, 17 % “orgoglioso” e 10% “entusiasta”. Circa un intervistato su dieci (11%) indica sentimenti negativi, con il 7% che parla di “delusione” o addirittura “rabbia” (3%) e “vergogna” (1%). Gli intervistati di Danimarca, Svezia, Cipro, Finlandia e Portogallo sono i più propensi a menzionare sentimenti positivi, mentre quelli di Romania, Austria e Germania sono più propensi a menzionare sentimenti negativi. C’è un 23% che pensa che gli aiuti siano più efficienti se forniti da ciascuno Stato membro dell’Ue separatamente, mentre per il 71% sono più efficienti se coordinati e forniti dall’Ue: a questa domanda, nel 2020 era stato il 74% a ritenere che è più efficiente coordinare e fornire gli aiuti dall’UE nel suo insieme. È solo l’8% degli intervistati a pensare che l’Ue dovrebbe investire di meno negli aiuti umanitari, per il 40% sarebbe meglio incrementare, per il 47% vanno bene gli attuali livelli.