Nei giorni di avvicinamento al Mercoledì delle Ceneri (14 febbraio), il vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi ha elaborato una serie di riflessioni indirizzate a tutta la comunità, per prepararsi dal punto di vista umano e spirituale all’imminente tempo di Quaresima. “Inizia la Quaresima, un tempo liturgico che personalmente desidero moltissimo”, le parole del vescovo. “È quello che preferisco, perché tutta la Chiesa viene condotta nel deserto con Gesù per riscoprire ciò che è essenziale, e con Mosè per un cammino di liberazione e di ingresso nella terra promessa, un vero e proprio cammino di conversione. Questi 40 giorni che ci separano dalla Pasqua offrono la possibilità di un cammino spirituale intenso, alla riscoperta di ciò che è essenziale”. Mons. Anselmi – prosegua una nota della diocesi, sottolinea l’importanza dei comportamenti che caratterizzano il periodo quaresimale che, se vissuti nella giusta prospettiva, consentono di portare a termine questo cammino spirituale in modo virtuoso. “Attraverso quelle opere che la tradizione ci consiglia, ossia digiuno, elemosina e preghiera, la Quaresima ci offre la possibilità di realizzare questo essenziale. – prosegue il presule – Il digiuno infatti ci aiuta a tralasciare le cose inutili, a non perdere tempo, ad allontanare da noi tutto ciò che è superfluo: arrabbiature gratuite, orgoglio, rancore ferito. Ci aiuta a fare attenzione al nostro vero bene. L’elemosina è una proposta di attenzione agli altri. Rinunciando a ciò che è veramente voluttuario, si possono risparmiare oggetti e denaro che potremo mettere in comune con il resto dell’umanità. Questa generosità che scaturisce dal digiuno quaresimale ci dona gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Infine, elemento prezioso e centrale è la preghiera. “Papa Francesco ha definito il 2024 ‘Anno della preghiera’, in preparazione al Giubileo 2025. – aggiunge mons. Anselmi – Ma la preghiera non sono le preghiere. Le preghiere sono utili, le impieghiamo quando siamo in gruppo o quando non sappiamo che cosa dire e allora ci appoggiamo alla saggezza e alla spiritualità di santi e padri della Chiesa. La preghiera, però, è un rapporto privilegiato con il Padre e lo Spirito Santo, che Gesù per primo ha intessuto. Invito me stesso e tutti noi a prepararci adeguatamente a questo momento pieno di grazia con Gesù nel deserto, nel cammino di liberazione che è il nostro cammino”.