“Come Chiesa ci vergogniamo davvero di questa sofferenza inflitta”. Lo ha detto mons. Herman Cosijns, parlando questa mattina a nome della Conferenza episcopale alla Commissione d’inchiesta della Camera dei Rappresentanti, incaricata di indagare sulla gestione degli abusi sessuali anche nella Chiesa. In particolare – si legge in un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale belga – la Commissione sta esaminando il meccanismo arbitrale, grazie al quale le vittime di atti prescritti davanti ai tribunali possono ancora essere ascoltate, riconosciute e ricevere un compenso materiale. Mons. Cosijns è stato segretario generale della Conferenza episcopale belga dal 2011 fino all’inizio dello scorso anno ed è membro della “Dignity Foundation”, che agisce per conto della Chiesa in Belgio come organismo centrale per le vittime. La conferenza episcopale spiega nella nota che mons. Herman Cosijns ha parlato con centinaia di vittime e ha testimoniato davanti alla Commissione parlamentare su questa “esperienza particolarmente straziante”. “Per molti – ha detto – è stato un sollievo che la Chiesa abbia creduto ai fatti e abbia riconosciuto la loro sofferenza. Perché questa era la nostra missione principale: riconoscere la sofferenza delle vittime e chiedere scusa a nome della Chiesa. Abbiamo riconosciuto che membri della Chiesa avevano commesso reati gravi e atroci. Riconoscere i fatti con le nostre scuse e un risarcimento economico è stato il modo della Chiesa di assumersi la propria responsabilità morale in questa sofferenza. (…) Questi incontri mi ha insegnato che l’abuso sessuale lascia il segno in una vita intera. Le vittime lo portano con sé per tutta la vita. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un dolore nascosto e di una ferita che non si rimargina mai”. Alla Commissione, mons. Cosijns ha anche dato le cifre delle domande di risarcimento ricevuto. Sono 628 di cui 493 avevano come richiedenti uomini e 135 donne. Si tratta di quasi l’80% di uomini e il 20% di donne. L’età dei ricorrenti era prevalentemente compresa tra i 50 e gli 80 anni. Delle 628 domande, 507 hanno ricevuto un risarcimento. 121 non hanno ricevuto alcun risarcimento o perché le persone stesse hanno rinunciato alla loro richiesta o perché le notifiche non hanno coinvolto un sacerdote o un religioso. Alcune segnalazioni sono arrivate in ritardo e in alcuni casi i ricorrenti sono morti durante la procedura. 482 vittime hanno firmato un verbale di conciliazione, 22 hanno firmato un protocollo “ad hoc” che verrà pagato se verrà fornita la prova della prescrizione e 3 sono andate in arbitrato perché non erano d’accordo con l’importo proposto. Herman Cosijns ha anche illustrato alla Commissione le numerose iniziative intraprese dalla Conferenza episcopale per porre fine agli abusi in ambito pastorale, in particolare a partire dal 2012. Tra queste, i dieci punti di contatto della Chiesa, il codice di condotta per chi opera in una relazione pastorale (professionale e volontaria), l’attento esame dei candidati sacerdoti durante la loro formazione di otto anni, giornate di studio obbligatorie per tutti gli incaricati nella Chiesa, realizzate spesso con la collaborazione attiva dei sopravvissuti. Solo nelle otto diocesi belghe, dal 2012 si sono svolte più di 60 di queste giornate di studio.