A dieci mesi dallo scoppio del conflitto, metà della popolazione sudanese – circa 25 milioni di persone – ha bisogno di assistenza umanitaria e protezione. Quasi 8 milioni di persone sono in fuga dai combattimenti. Le Nazioni Unite e i suoi partner hanno lanciato oggi un appello per un totale di 4,1 miliardi di dollari per soddisfare i bisogni umanitari più urgenti dei civili nel Sudan devastato dalla guerra e di coloro che sono fuggiti nei Paesi vicini. Più di 1,5 milioni di persone sono fuggite attraverso i confini del Sudan verso la Repubblica Centrafricana, il Ciad, l’Egitto, l’Etiopia e il Sud Sudan. L’ampliarsi dei combattimenti in Sudan – anche nel granaio del Paese, Aj Jazirah – ha creato una delle più grandi crisi di sfollamento e protezione al mondo. La fame è dilagante, con quasi 18 milioni di persone che devono affrontare una grave insicurezza alimentare. Le ostilità intense continuano a danneggiare le reti idriche e altre infrastrutture civili cruciali in Sudan e quasi tre quarti delle strutture sanitarie sono fuori servizio negli Stati colpiti dal conflitto. Malattie come colera, morbillo e malaria si stanno diffondendo in un contesto in cui due terzi della popolazione non ha accesso all’assistenza sanitaria. Circa 19 milioni di bambini sono fuori dalla scuola. Le violazioni dei diritti umani sono diffuse, con continue segnalazioni di violenza di genere. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) coordina la risposta all’interno del Sudan, con il Piano di risposta e fabbisogno umanitario di quest’anno che richiede 2,7 miliardi di dollari per raggiungere 14,7 milioni di persone. L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, coordina il Piano di risposta regionale ai rifugiati, che richiede 1,4 miliardi di dollari e si rivolge a quasi 2,7 milioni di persone in cinque Paesi confinanti con il Sudan. Insieme, i due piani mirano a sostenere circa 17,4 milioni di persone in Sudan e nella regione.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, esorta la comunità internazionale “a intensificare il sostegno al popolo sudanese. Hanno un disperato bisogno di aiuto, e ne hanno bisogno ora”. Gli operatori umanitari di 167 organizzazioni umanitarie hanno raggiunto circa 7 milioni di persone in Sudan nel 2023, grazie al sostegno dei donatori internazionali. Nonostante le grandi difficoltà di accesso, la comunità umanitaria ha fornito assistenza salvavita attraverso le linee di conflitto in Sudan e continua a sostenere i soccorritori locali sudanesi nelle aree che pochi partner internazionali possono raggiungere, tra cui Khartoum e il Darfur. L’accesso transfrontaliero dal Ciad è stato un’ancora di salvezza cruciale, e altre strade sono in fase di studio. Nel 2023, 64 partner hanno sostenuto i governi ospitanti nel fornire a più di 1,5 milioni di persone un sostegno e una protezione fondamentali per la vita in cinque Paesi vicini: Repubblica Centrafricana, Ciad, Egitto, Etiopia e Sud Sudan. Nel 2024, il Piano di risposta ai rifugiati mira a far sì che 82 partner nei cinque Paesi continuino gli interventi salvavita e sostengano inoltre interventi di rafforzamento della resilienza per un massimo di 2,7 milioni di persone.