Riviste: “Messaggero di sant’Antonio” per l’estero, nel numero di febbraio il turismo delle radici e il sogno del ritorno per i discendenti degli emigrati

(Foto: Messaggero di sant'Antonio)

Riscoprire l’identità e la storia familiare, rivivere le tradizioni locali, rivedere i borghi d’origine degli antenati emigrati. Per i discendenti degli italiani nel mondo si avvera il sogno del ritorno. In questo 2024, la copertina nel “Messaggero di sant’Antonio” per l’estero di febbraio e il dossier “Bentornati a casa!” di Alessandro Bettero sono dedicati all’anno del turismo delle radici. Gli italo-discendenti nel mondo sono circa 80 milioni, più ancora di una seconda Italia fuori dal Belpaese. Per loro, riscoprire la terra d’origine, ricostruire l’albero genealogico, rivivere la storia della propria famiglia e la tradizione del borgo di nonni e bisnonni è un nuovo inizio.
In “L’uomo delle stelle” Sabina Fadel intervista Luca Costantin, 34 anni a marzo, il ricercatore veneto che lo scorso novembre ha scoperto la galassia Ceers-2112, subito ribattezzata la “gemella” della Via Lattea. L’astrofisico è uno dei “cervelli in fuga” dall’Italia, che danno lustro al nostro Paese. Nato a San Donà di Piave (Venezia), l’ex studente dell’Università di Padova spiega al mensile l’importanza di questa scoperta, che consente di vedere nel dettaglio una galassia simile alla nostra, caratterizzandone la struttura e le proprietà fisiche.
Sempre Bettero firma due articoli nelle pagine di cultura. “Riapre la Pinacoteca del Guercino” racconta la rinascita della Civica Pinacoteca “il Guercino” di Cento (Ferrara), dopo il devastante terremoto che colpì l’Emilia nel 2012. In “Jacovitti, china e umorismo” ricostruisce la figura del grande fumettista e le due mostre che nel centenario della nascita lo ricordano al Maxxi di Roma e al Macte di Termoli, sua città natale. Negli anni Settanta del secolo scorso, Jacovitti ha collaborato anche con il “Messaggero dei Ragazzi”, con le strisce di “Giuseppe”.
Il decreto con cui venne abolita la schiavitù in Brasile, nel 1888, causò una grave crisi di manodopera occupata nel lavoro agricolo, soprattutto nelle coltivazioni del caffè. Si pensò dunque di favorire l’immigrazione da Stati esteri con una legislazione ad hoc e l’acquisto della terra da parte dei nuovi arrivati. Il numero di immigrati italiani che entrarono in Brasile passò da 9.742 del 1875 a 1.500.000 del 1910. Giorgia Miazzo, in “Gli italiani che fecero il Brasile”, ne racconta l’evoluzione nel tempo.
Con “Berlino crocevia dell’arte” Andrea D’Addio ci porta in Germania a conoscere Luisa Catucci, romana, che nel 2017 ha aperto uno spazio con il suo nome a Neukölln, uno dei quartieri più multietnici e ricchi di sfide sociali ed economiche di tutta la capitale tedesca.
Della Federazione siciliana del Québec, nata nel 2005, ma preceduta da diversi sodalizi, scrive Vittorio Giordano in “Siciliani in Québec”.
Da una borsa di studio in legge dell’Università della Calabria a New York e un tirocinio in uno studio legale americano, all’Italian Heritage Cultural Committee. È questa l’avventura americana che ha portato Claudia Carbone nella Grande Mela sette anni fa e le ha fatto decidere di restare. Oggi è parte attiva del Comites di New York e presidente della commissione diritti civili e salute. La sua storia in “Avvocata e filantropa” di Generoso D’Agnese.

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