“Davanti alle tragedie che toccano oggi l’ordine mondiale, alle guerre in Terra Santa e Ucraina, davanti al caos che investe la nostra regione in preda a divisioni interne per il potere e il denaro” la Chiesa, “nella sua nobile missione, non deve accontentarsi di discorsi timidi o diplomatici, ma deve alzare la voce non meno di quella dei profeti, e classificare questi atti come grandi peccati e crimini contro l’umanità”. Lo scrive il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, nel suo Messaggio per la Quaresima che contiene un invito al digiuno, definito “un tempo per rinnovarsi, per crescere e raffinarsi, affinché l’uomo recuperi la sua immagine, creata da Dio a sua immagine e somiglianza. Il digiuno – scrive il patriarca – non è solo digiuno dal cibo, ma anche dal peccato. È un tempo di conversione-pentimento attraverso l’atmosfera spirituale che fornisce. È un momento forte per confessare i nostri peccati disgustosi, per abbandonare le cattive abitudini, per rimuovere le radici dell’egoismo, dell’indifferenza, dell’odio e della violenza, dell’ipocrisia, della diffamazione, della ricerca del piacere, della brama di avidità, anche in modi proibiti, impadronendosi e sfruttando i patrimoni degli altri, per cambiare in sincerità e integrità morale”. Digiunare, per Mar Sako, è “applicare il comandamento dell’amore e della misericordia. Gesù Cristo ha preferito la misericordia al sacrificio, nel rimuovere i muri che ci separano dagli altri, e nel dare generosamente per aiutare i fratelli e le sorelle nel bisogno”, come si legge nelle Scritture. La Lettera si chiude con una esortazione: “Dobbiamo tornare alla nostra autenticità, dare un esempio meraviglioso alle nostre parrocchie, alle nostre famiglie e alla società, convertendoci e affrontando con decisione i comportamenti malvagi, prima che avvenga il disastro, e migliorando il rapporto con Dio e tra di noi, con reciproco altruismo esemplare, per raggiungere la fine gloriosa come Cristo: il passaggio alla risurrezione e alla vita”.