“La pace è un cantiere aperto a tutti”. Con queste parole il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha aperto il suo intervento oggi a Varsavia alla Conferenza sull’accoglienza ai rifugiati ucraini in Polonia, organizzata dall’Università Cardinale Stefan Wyszyński.
Ricordando “il dramma che sta vivendo l’Ucraina”, dal 24 febbraio 2022, il cardinale ha ribadito che “non possiamo accettare che le vittime civili – che sono la maggioranza in ogni guerra – siano considerate ‘danni collaterali’, come ha notato con dolore Papa Francesco incontrando gli ambasciatori presso la Santa Sede l’8 gennaio scorso”. “Ecco perché vale la pena scendere per un attimo nei rifugi in Ucraina e ascoltare i lamenti e le preghiere delle donne e dei bambini che vi trascorrono la notte durante i bombardamenti. La loro sofferenza, spesso nascosta nelle ferite profonde del cuore, chiede l’impegno di tutti perché trovino consolazione e protezione”. Da parte del presidente della Cei, l’invito a “continuare ad avere la stessa sofferenza e trasformarla in azione”. “Per quanto riguarda l’avvento della pace, non esiste un piano o una mediazione della Santa Sede ma – ha citato le parole del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin – ‘c’è la preoccupazione del Papa di creare tutte le opportunità, vedere, ascoltare e favorire tutto ciò che può portare verso la soluzione del conflitto’”. “Il lavoro del dialogo procede lontano dai riflettori, in piena collaborazione della Segreteria di Stato e delle nunziature a Kyiv e Mosca. E produce frutti. Sempre troppo pochi, ma ci sono. Penso ai minori che sono tornati sani e salvi dalle loro famiglie in Ucraina”.