“Quando scopriamo il vero volto del Padre, la nostra fede matura: non restiamo più cristiani da sacrestia, o da salotto, ma ci sentiamo chiamati a diventare portatori della speranza e della guarigione di Dio”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri in piazza San Pietro, al quale – secondo la Gendarmeria vaticana – hanno partecipato circa 15mila fedeli. “Dio non è un padrone distaccato che ci parla dall’alto; al contrario, è un Padre pieno d’amore che si fa vicino, che visita le nostre case, che vuole salvare e liberare, guarire da ogni male del corpo e dello spirito”, ha spiegato Francesco: “Dio sempre è vicino a noi. L’atteggiamento di Dio si può dire in tre parole: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è l’atteggiamento di Dio”. “Abbiamo scoperto il volto di Dio come Padre della misericordia oppure crediamo e annunciamo un Dio freddo, un Dio distante?”, ha chiesto il Papa ai fedeli: “La fede ci mette l’inquietudine del cammino oppure per noi è una consolazione intimista, che ci lascia tranquilli? Preghiamo solo per sentirci in pace oppure la Parola che ascoltiamo e predichiamo fa uscire anche noi, come Gesù, incontro agli altri, per diffondere la consolazione di Dio?”. “Il nostro primo lavoro spirituale è questo”, ha concluso Francesco: “Abbandonare il Dio che pensiamo di conoscere e convertirci ogni giorno al Dio che Gesù ci presenta nel Vangelo, che è il Padre dell’amore e il Padre della compassione”.