In seguito all’atto intimidatorio nei confronti di don Gianni Rigoli, parroco delle comunità di Varapodio, avvenuto l’altro ieri sera mentre celebrava la messa vespertina nella chiesa di San Nicola, il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Giuseppe Alberti, che aveva dedicato considerevoli sforzi per promuovere comunione e comprensione nella comunità di Varapodio, è “profondamente colpito dall’accaduto” ed esprime la sua “condanna senza riserve verso tale atto di violenza”. “Ulteriormente preoccupante è il contesto in cui si è verificato l’incendio, poiché l’auto, una Fiat Panda, completamente distrutta dalle fiamme, era parcheggiata davanti alla porta della casa canonica in via Giacomo Leopardi, luogo centrale del paese di Varapodio. Nella canonica, al momento dell’incendio, si trovavano una decina di ragazzi, che, spaventati dalle fiamme, hanno dovuto sgombrare i locali attraverso un’uscita secondaria”, informa una nota della diocesi.
In risposta a questo “gesto inaccettabile”, il vescovo Alberti ha espresso il suo disappunto: “L’incendio dell’auto di don Gianni rappresenta un duro colpo volto a destabilizzare ancora una volta la comunità in un momento in cui dialogo e riconciliazione sembravano costituire la via percorribile di pacifica serenità all’interno della comunità di Varapodio”. Il vescovo Alberti, giunto personalmente in paese l’altro ieri sera, appena informato dell’accaduto, ha sottolineato “l’importanza di affrontare le divergenze attraverso il confronto chiaro e aperto e ha invitato la comunità a unirsi in preghiera e a respingere la violenza, abbracciando i principi fondamentali di rispetto e tolleranza, auspicando che le autorità competenti conducano un’indagine completa sull’evento”.