Con quasi 3.200 beni confiscati alle mafie, di cui più della metà già assegnati (soprattutto a organizzazioni del terzo settore) e avviati al recupero per fini sociali, la Lombardia “costituisce un’eccellenza nazionale per numero e varietà di progetti in materia. Ma la gestione di questi beni – in prevalenza immobili di ogni genere, sia residenziali che commerciali – sembra essere tutt’altro che agevole, caratterizzata com’è da una burocrazia asfissiante e da una perenne incertezza sulla disponibilità di fondi pubblici per il supporto alla ristrutturazione e alla gestione”. Lo si legge nel nuovo numero de “Il Segno”, rivista mensile della diocesi di Milano.
In vista del 21 marzo, giornata nazionale della memoria delle vittime delle mafie, indetta dall’associazione “Libera”, la rivista traccia un quadro aggiornato della situazione mettendo in luce in particolare “gli ostacoli” alla speranza rappresentata da questa forma particolarmente efficace di lotta alla criminalità organizzata portata avanti dalla società civile organizzata.
L’altra sezione più rilevante del numero di marzo è uno speciale in vista del voto dell’8 e 9 giugno per il rinnovo del Parlamento europeo. Si apre con una riflessione dell’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli sul “futuro sempre più europeo” che aspetta tutti noi unita alla speranza che le elezioni non siano ancora una volta sottovalutate da partiti e cittadini. Lo storico Guido Formigoni analizza “la svolta” avvenuta negli ultimi anni con le grandi scelte fatte nel post pandemia e sulla transizione ecologica, per affermare che è giunto il momento di passare alla spesso discussa “Europa a più velocità”. L’intervento di Formigoni è tratto dal libro-guida appena uscito “Scegliere l’Europa. Domande e risposte” (Ed. Ave-In Dialogo), a cura di Gianni Borsa, dal quale vengono riprese anche alcune testimonianze di italiani che hanno scelto di vivere in Paesi europei.
Le pagine dedicate alla diocesi riportano per la prima volta le cifre del “movimento” di laici (l’80%) e religiosi che animano le 52 Assemblee sinodali decanali: più di 1.100 persone di ogni età e professione che portano avanti il confronto con varie realtà sociali sui temi più urgenti del nostro tempo, dall’educazione all’ecologia, e costituiscono una sorta di “avanguardia di una Chiesa che sconfina”.