Si intitola “Chiesa e democrazia” (Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa) il nuovo volume che mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, ha scritto per avvicinarsi e arrivare preparati alla prossima 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che si terrà in luglio a Trieste sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.
“La democrazia – si legge nella nota di presentazione del libro – cresce con l’uso della partecipazione. Impoverisce se diventa un insieme di processi formali, burocratici, procedure senza anima. In essa non ci può essere una sistematica frustrazione del sogno e della profezia. La democrazia non può ridursi ad un insieme di processi incapaci di ascoltare tante realtà associative. La democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività. Lascia fuori il popolo, i poveri, nella costruzione del bene comune, nella lotta quotidiana per la dignità, nell’approvazione delle leggi”. “In una prospettiva di una democrazia sostanziale, partecipativa, deliberativa, inclusiva, ci si chiede nel Documento preparatorio della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia, quale coinvolgimento, oltre alla gente comune, è dato agli immigrati? Questi sono, oltre che accolti, promossi ed integrati?”. “Nonostante tante frustrazioni, delusioni rispetto ad una democrazia con luci ma con non poche ombre, nella società italiana – viene rilevato – si legge il desiderio di una ripartenza, verso una nuova cittadinanza fondata sul contributo di tutti. Rispetto a ciò sollecita la stessa enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti. Il Documento preparatorio della prossima Settimana sociale definisce una tale enciclica un abecedario, ove i cristiani possono trovare le prime lettere dell’alfabeto politico, in un contesto socioculturale in cui siamo tutti un po’ ‘analfabeti funzionali’” (cf p. 24). “Ma se si ha a cuore la partecipazione come dinamica della rivitalizzazione della democrazia – sostiene mons. Toso – bisognerà generare reali occasioni in cui prendere la parola, proporre, ascoltarsi, condividere, immaginare con riferimento alle grandi questioni: il potere, l’educazione, la dimensione pratica della carità, la responsabilità della cura dei luoghi e dell’ambiente, l’immaginazione politica”. “Al termine dell’elenco – prosegue – si pone nel Documento preparatorio una finestra, a p. 28, con alcune domande. Tra queste la prima mi pare di particolare rilevanza per la partecipazione nella democrazia e per la nostra riflessione. È bene evidenziarla, per non perdersi in un discorso vago. Ecco la prima domanda: ‘Ci siamo ritirati nel sociale, nell’impegno civile e di volontariato abbandonando la presenza in politica. Come recuperare questo spazio di presenza e di impegno?’”.
“Si tratta – osserva il vescovo – di una domanda per nulla banale che, però, espressa com’è, lascia in ombra il problema della partecipazione politica attraverso i partiti. La partecipazione attraverso i partiti sembra essere divenuta, in non pochi ambiti, quasi un tema tabù, per la sua delicatezza, per le questioni che implica. E, tuttavia, è un tema che non può essere evaso, allorché, come appare nel Documento preparatorio, ci si ripropone di andare al cuore della democrazia mediante la partecipazione. Questa si articola in diversi modi e su più piani”.