Il 25 febbraio, la Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) e le Nazioni Unite hanno evacuato 24 pazienti dall’ospedale Al Amal di Khan Younis, tra cui una donna incinta e una madre con un neonato. L’ospedale Al Amal è da oltre un mese l’epicentro delle operazioni militari a Khan Younis. Il nosocomio ha subìto 40 attacchi, dal 22 gennaio al 22 febbraio, che hanno fatto almeno 25 vittime, rendendolo inagibile. È quanto si legge in un comunicato delle Nazioni Unite (Team Umanitario Nazionale in Palestina) diffuso oggi. Nella nota si denuncia che, nonostante accordi presi con l’esercito israeliano, il convoglio umanitario, guidato dall’Oms, che trasportava i 24 pazienti, è stato bloccato per molte ore nel momento in cui ha lasciato l’ospedale. L’esercito israeliano ha costretto i pazienti e il personale a scendere dalle ambulanze e ha spogliato tutti i paramedici dei loro vestiti. Tre paramedici della Prcs sono stati successivamente arrestati, sebbene i loro dati personali fossero stati precedentemente condivisi con le forze israeliane, mentre il resto del convoglio è rimasto sul posto per oltre sette ore. Un paramedico è stato rilasciato. La Mezzaluna Rossa e le Nazioni Unite chiedono “il rilascio immediato degli altri due e degli altri operatori sanitari detenuti”. “Non si tratta di un incidente isolato – affermano Prcs e Onu – I convogli umanitari sono stati presi di mira e viene loro sistematicamente negato l’accesso alle persone bisognose. Gli operatori umanitari sono stati molestati, intimiditi o detenuti dalle forze israeliane e le infrastrutture umanitarie sono state colpite”. Denunciata anche la morte di alcuni parenti di operatori di Medici Senza Frontiere uccisi in un attacco improvviso da parte delle forze israeliane. Pcrs e Nazioni Unite rimarcano l’impossibilità di raggiungere in sicurezza il nord di Gaza e sempre più parti del sud di Gaza per portare gli aiuti e chiedono a Israele di facilitare un passaggio sicuro, agevole e rapido sul terreno. Continueremo il nostro impegno con le forze israeliane affinché tali requisiti siano soddisfatti, in modo da consentire la risposta umanitaria estremamente necessaria.