“A un anno dalla strage di Cutro in cui morirono circa 100 migranti, organizzazioni di Terzo settore e società civile sono in questi giorni assieme ai superstiti e ai famigliari dei naufraghi su quei luoghi di dolore e rabbia, dopo aver offerto loro supporto a seguito della tragedia. Queste realtà sono quelle che soccorrono le persone in pericolo di vita al largo delle nostre coste, praticano quotidianamente l’accoglienza e promuovono l’integrazione dei migranti nei nostri territori, mantenendo vivo quel senso di umanità che troppe volte in questi anni abbiamo visto spegnersi di fronte a migliaia di vittime di viaggi disperati”. Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, commentando l’iniziativa della Rete 26 febbraio, cui aderiscono diversi Forum territoriali di Terzo settore, che in questi giorni ha organizzato eventi e celebrazioni per ricordare la strage di Cutro e continuare a denunciare le violazioni dei diritti umani dei migranti.
“Alle istituzioni continuiamo a chiedere un cambio di rotta nelle politiche migratorie a cui finora non abbiamo assistito, un approccio integrato che unisca il rafforzamento del soccorso in mare e la costruzione di un sistema serio di accoglienza e integrazione nel nostro Paese”, ha sottolineato Pallucchi, aggiungendo che “ribadiamo inoltre la necessità di agire in modo efficace alla radice del fenomeno migratorio, facendo leva sul grande contributo che in questo senso può dare la cooperazione allo sviluppo”.